Ultimo sgambetto dell’amministrazione Trump al mondo hi-tech, più in particolare a Huawei, prima che allo Studio Ovale della Casa Bianca arrivi il successore Biden. È stata notificata ai fornitori la revoca delle autorizzazioni concesse per continuare a condurre business con il gruppo cinese.
Trump, l’ultimo sgambetto a Huawei
Tra le realtà interessate c’è anche Intel che aveva ottenuto il via libera nel settembre scorso. In assenza di conferme ufficiali da parte delle autorità, la stampa d’oltreoceano parla di otto autorizzazioni revocate in totale, un’altra delle quali a Kioxia Corp (ex Toshiba Memory Corp).
Stando a quanto riportato sulle pagine di Reuters saranno inoltre cestinate le dozzine di altre richieste ricevute. Le ragioni sono ancora una volta legate al ban imposto nel maggio 2019 con l’introduzione della società di Shenzhen nella Entity List stilata dal Dipartimento del Commercio statunitense. L’unica dichiarazione in merito giunta dal dicastero fa riferimento alla volontà di continuare a proteggere la sicurezza nazionale e gli interessi in politica estera, senza però scendere in dettagli sulla decisione specifica. Huawei non è l’unico marchio noto cinese finito nella blacklist di Washington: ci sono tra gli altri anche ZTE e DJI.
La scorsa settimana è giunta una notizia relativa a Xiaomi, finita però in una blacklist differente, quella delle Communist Chinese Military Companies. L’azienda collaborerebbe con l’esercito cinese, teoria presto smentita dai suoi vertici. Questo impedisce a realtà americane di investire, ma non di collaborare: salvi dunque dispostivi come gli smartphone commercializzati.