Di importanza centrale nella vicenda che ha visto di recente gli USA formalizzare una serie di accuse nei confronti di Huawei è un’attività ritenuta di spionaggio portata avanti dal gruppo cinese negli anni scorsi ai danni di T-Mobile. Un’operazione finalizzata a raccogliere informazioni sul funzionamento di un robot battezzato Tappy e destinato al test degli smartphone.
Tappy, il robot di T-Mobile
L’automa è stato messo a punto durante un lungo processo di ricerca e sviluppo dall’operatore statunitense e impiegato proprio per simulare le modalità di interazione con i display touch dei telefoni, sottoponendoli a stress al fine di valutarne la resistenza all’uso quotidiano da parte degli utenti. La sua attività è quella ben descritta nel video proposto in streaming di seguito, pubblicato su YouTube nel settembre 2012: una sorta di braccio meccanico che si muove rapidamente, con un’estremità che riproduce il tocco delle dita sul pannello, individuando così eventuali anomalie e valutando la resistenza della superficie a graffi e rotture.
https://www.youtube.com/watch?v=mv69ZxKOFSw
Huawei: xDeviceRobot e le email
Riportiamo di seguito alcuni estratti (in forma tradotta) dallo scambio di email interno a Huawei andato in scena tra il maggio 2012 e il maggio 2013, utili per capire come l’azienda cinese abbia cercato di studiare e osservare da vicino il funzionamento di Tappy con l’obiettivo di creare un robot del tutto simile per il test dei propri smartphone, battezzato xDeviceRobot. Un’operazione messa in campo con l’aiuto del personale in grado di accedere ai laboratori dell’azienda statunitense per mettere alla prova i telefoni del gruppo.
Chi desidera leggerli in forma integrale può far riferimento alla fonte presente a fondo articolo. Da precisare che, nei primi mesi del 2012, Huawei ha chiesto a T-Mobile (TMO) di acquistare l’automa o di ottenere i diritti per l’uso in licenza, vedendosi rispondere un secco no dall’operatore. Una buona parte dei messaggi è indirizzata agli ingegneri del gruppo presenti negli Stati Uniti o è stata spedita dalle loro caselle verso il quartier generale di Shenzhen.
- Maggio 2012: “Abbiamo chiesto di comprare oppure ottenere in licenza Tappy, ma TMO ha detto no”.
- Settembre 2012: “La cosa più importante è comprendere le specifiche e le funzioni del robot”.
- Novembre 2012: “Questa email è solo un promemoria con le informazioni che ci servono per costruire il nostro sistema robot” (con allegato).
- Novembre 2012: “Gli ingegneri di Huawei USA sono entrati nel laboratorio del robot, sanno come funziona il robot TMO e conoscono informazioni sul sistema”.
- Novembre 2012: “Fotografie del robot Tappy e dell’interfaccia software in allegato” (con allegati).
- Dicembre 2012: “Non abbiamo molte informazioni da TMO a proposito delle vostre domande; TMO non condivide con noi altre informazioni a proposito del suo sistema robot, ma stiamo ancora cercando di acquisirle durante i nostri test nel laboratorio del robot”.
- Gennaio 2013: “Ecco alcune immagini di Tappy” (con allegati).
- Gennaio 2013: “Abbiamo bisogno di più informazioni tecniche, in particolare la precisione nel tempo di risposta del braccio meccanico”.
- Gennaio 2013: “Di nuovo, non possiamo chiedere a TMO altro in merito al robot. TMO è molto arrabbiata per le domande che stiamo facendo”.
- Marzo 2013: “Dai risultati di verifiche recenti su xDeviceRobot emerge una definitiva disparità nei confronti di T-Mobile”.
- Marzo 2013: “Raccogliere informazioni da TMO è rischioso. Raccomando piuttosto di contrattare il produttore del robot. Insistere con TMO peggiorerebbe solo le cose, soprattutto perché abbiamo firmato un accordo di riservatezza con il laboratorio”.
- Aprile 2013: “Non siamo ancora al livello del robot TMO, per favore inviate informazioni a proposito di standard per la calibrazione, calcoli del ritardo e software”.
- Aprile 2013: “TMO ha detto che se continuiamo a fare domande non ci permetterà più di utilizzare il laboratorio, è stato inoltre allestito un sistema di sicurezza video nell’ambiente, penso che tutti sappiano per quale motivo”.
- Aprile 2013: “L’accesso a Tappy da parte dei nostri ingegneri è severamente controllato; a causa delle domande, due nostri collaboratori hanno ricevuto reclami ed è stato comunicato che se la cosa si ripeterà TMO ritirerà a Huawei le credenziali per accedere al laboratorio”.
- Aprile 2013: “Per i problemi relativi al braccio meccanico, andate al laboratorio e ottenere i dati di misurazione”.
- Maggio 2013: “AX mi ha portato nel laboratorio di Tappy due volte nei giorni scorsi, in entrambi i casi siamo stati scoperti da un dipendente T-Mobile che mi ha chiesto di uscire poiché non autorizzato; ho osservato il robot e l’ho fotografato nella seconda occasione; ci sono tornato oggi, acquisendo informazioni generali sull’ambiente dei test”.
- Maggio 2013: “A causa delle recenti e ripetute violazioni delle regole imposte da T-Mobile, l’accesso al laboratorio di Tappy è stato revocato per Huawei USA e tutti i suoi dipendenti devono restituire il badge, ad eccezione di AX che sarà l’unico collaboratore a poter accedere all’area dei test”.
- Maggio 2013: “Il team di ingegneri necessita di più dettagli sul robot TMO: specifiche esatte, operatività, elenco delle componenti utilizzate, come calcola il tempo di risposta sulla UI, dimensione, diametro, durezza dell’estremità, modalità di gestione della forza, sensori impiegati per il supporto di braccio e videocamera; abbiamo bisogno di molte foto e video del processo di test”.
- Maggio 2013: “Il team di xDeviceRobot necessita delle specifiche del braccio”.
- Maggio 2013: “AX è stato in grado di portar via il braccio del robot dal laboratorio senza essere scoperto e io mi sto occupando delle misurazioni, ma TMO si è accorta in fretta dell’accaduto e AX è stato obbligato a restituirlo il giorno successivo; ha detto di averlo portato via per sbaglio; il nostro accesso al laboratorio è stato definitivamente revocato” (con allegati).
Le accuse degli USA
Il caso T-Mobile rappresenta solo uno dei capi d’imputazione per Huawei, una matassa che il gruppo cinese dichiara di aver già sbrogliato sottoscrivendo un accordo con la controparte negli anni scorsi, quando in conseguenza al pronunciamento di un giudice di Seattle nel 2017 l’azienda ha versato nelle casse dell’operatore 4,8 milioni di dollari come risarcimento.
Andrà poi valutata la posizione di Meng Wanzhou, figlia del fondatore Ren Zhengfei e CFO della società, arrestata all’inizio di dicembre in Canada e ora in attesa del processo che stabilirà se accogliere o meno la richiesta di estradizione avanzata dagli Stati Uniti. Sul suo capo grava l’accusa di frode per la violazione delle sanzioni commerciali nei confronti dell’Iran.