Quarantadue experience store in apertura, centinaia di posti di nuovi posti di lavoro da avviare, investimenti che non verranno meno: Huawei tende la mano all’Europa, e all’Italia, certificando il fatto che le strategie del gruppo cinese non faranno alcun passo indietro nonostante l’ostracismo USA.
Huawei: cara Europa ti scrivo
Walter Ji, Vice President Consumer Business Group, Huawei Western Europe, ha spiegato chiaramente l’impegno del proprio gruppo sul vecchio continente, ove conta 14 mila dipendenti e 23 centri di ricerca:
Negli ultimi mesi, la nostra priorità è la sicurezza delle persone, quindi, per quanto possibile, evitiamo di viaggiare. Ma ritenevamo importante mantenere i nostri impegni con IFA 2020, uno degli eventi Europei del settore a cui siamo più legati. 82 miliardi di dollari investiti in Ricerca e Sviluppo nell’ultimo decennio, per continuare a promuovere l’innovazione. Huawei è al quinto posto assoluto nella classifica di investimenti industriali in R&S in Europa nel 2019. Un impegno che cresce giorno dopo giorno.
Huawei AppGallery è soltanto l’ultima delle opportunità emerse, la più importante occasione nata tra le maglie del ban imposto da Trump sulla collaborazione tra Android ed il gruppo cinese: su questo fronte gli sviluppatori impegnati sono in forte crescita ed il numero di app disponibili ha raggiunto ormai quota 81 mila, creando così un nuovo mercato spalmato su oltre 1 milione di utenti in tutta Europa.
Huawei, insomma, è ormai arrivata al muro contro muro con gli Stati Uniti (in attesa di capire cosa succederà alle prossime elezioni presidenziali), ma con l’Europa i rapporti sono vivi e gli interessi sono reciproci. Su questa reciprocità Huawei intende scommettere per costruire un’alleanza che può farsi sinergia. Il tema 5G resta chiaramente caldo, ma sarebbe riduttivo limitare a questo fronte il paniere degli interessi in comune: nelle parole di Walter Ji c’è una mano tesa all’Europa, tocca all’Europa capire quale sia la posizione (economica e geopolitica) da portare avanti.