Gli Stati membri dell’Unione europea hanno pubblicato la seconda relazione sui progressi compiuti nell’attuazione del pacchetto di strumenti sulla cibersicurezza del 5G. La Commissione europea ha quindi fornito un aggiornamento relativo all’uso delle apparecchiature di Huawei e ZTE nelle reti mobile, evidenziando il pericolo per la sicurezza dei singoli paesi.
Giusto escludere Huawei e ZTE
In base alla relazione, 24 Stati membri hanno adottato o stanno preparando misure legislative che conferiscono alle autorità nazionali il potere di valutare i fornitori e di emanare restrizioni. In 10 paesi sono state già imposte restrizioni per i cosiddetti “fornitori ad alto rischio”.
La Commissione sottolinea il pericolo per la sicurezza, quindi invita gli Stati membri ad attuare subito il pacchetto di strumenti. Ha inoltre considerato giuste le decisioni adottate dai paesi per limitare l’accesso di Huawei e ZTE o escluderle dalle reti 5G. In base alle informazioni disponibili, la Commissione ritiene che le due aziende pongano rischi più elevati di altri fornitori.
La Commissione ha inoltre deciso di non acquistare nuovi servizi di connettività dai due fornitori cinesi e di sostituire le attuali apparecchiature di Huawei e ZTE utilizzate per le reti di telecomunicazione interne. La relazione contiene anche diverse raccomandazioni, tra cui quelle che vietano l’installazione di nuove apparecchiature di fornitori ad alto rischio.
Huawei ha dichiarato che le restrizioni o esclusioni stabilite dalla Commissione europea sono discriminatorie, in quanto non sono basate su valutazioni tecniche, verificate, oggettive e trasparenti delle reti 5G.
Nonostante il ban, Huawei ha partecipato a 11 progetti del programma Horizon Europe, ricevendo finanziamenti per circa 3,9 milioni di euro. L’azienda cinese ha fornito apparecchiature per progetti su intelligenza artificiale, cloud computing, 6G, guida autonoma e automobili connesse. Probabilmente i controlli sono piuttosto superficiali.