Uno dei servizi di Google+, “Huddle” (che letteralmente significa folla), sta creando qualche grattacapo a Mountain View: il nome era già stato scelto da una startup britannica.
Ormai è una tappa obbligata per i nuovi prodotti ITC: sembra esservi sempre una buona probabilità di ricalcare il nome di altri prodotti o aziende, prestando il fianco a cause legate alla proprietà intellettuale di nomi e marchi commerciali. Stavolta a denunciare Google per uno dei nuovi servizi di Google+ è l’azienda londinese Huddle , operante nel settore del cloud-computing.
Recentemente la stessa Google era stata chiamata in causa per presunta violazione del marchio “Android”, per l’impiego e del suo suffisso Chrome legato a “book”, mentre Apple è stata chiamata in causa per i nomi iPad e iBook .
Interessante, comunque, il fatto che almeno qualche googler non fosse totalmente all’oscuro dell’esistenza della startup londinese: qualche anno fa aveva avuto problemi con l’app Huddlechat , sia per il nome che per la somiglianza con alcuni prodotti Huddle e Campifire , e aveva scelto di rimuoverla.
Dunque la questione rimane in bilico: se da un lato “huddle” è una parola con significato comune che associata al prefisso “Google” potrebbe guadagnare un sufficiente status distintivo, l’azienda londinese omonima offre proprio servizi di collaborazione, comunicazione e interazione (anche se non via SMS ma via cloud ) ed è dovuta già intervenire per specificare che non collabora né è stata acquistata da Mountain View.
Claudio Tamburrino