Roma – Salve a tutta la redazione di Punto Informatico, chi vi scrive è lo staff di 135.it che da 5 giorni sta combattendo contro un’assurdità chiamata Spews.org , nota Blacklist anti-spam (e pure anonima) utilizzata anche da InWind e servizi annessi, tra cui Libero e Infostrada.
La nostra avventura parte circa 20 giorni fa, quando a Spews.org arriva una segnalazione di spam da parte di un cliente che utilizza il nostro stesso servizio di housing. Facile intuire cosa sia successo. Spews.org, a differenza di molti altri (uno fra tutti Spamhaus), anzichè includere nella propria blacklist l’ip incriminato, usa bannare direttamente, e in toto, il range ip del provider, tagliando quindi le gambe a tutti gli altri clienti innocenti, colpevoli solo di essere i “vicini di casa” di uno spammer.
Corriamo immediatamente su Spews per avvisarli dell’errore, ma ironia della sorte, non c’è nessun modo di contattare l’admin se non attraverso il Newsgroup che però accetta solo segnalazioni di spam, e non rimozioni. Leggiamo le faq, e alla domanda 42 troviamo ciò che fa per noi: “Il mio indirizzo ip/range è stato aggiunto alla lista di Spews ma io non sono uno spammer… Cosa posso fare per essere rimosso da questa lista?” La loro risposta, oltre a suggerire un paio di link inutili, è molto semplice: “aspettare”. Sì, ma aspettare cosa?
In questa pagina c’è un vademecum (in inglese) di come poter rimuovere il proprio IP dalla lista di Spews.org: http://www.spamblocked.com/get_out_of_SPEWS.html . In pratica se sei un semplice cliente dell’ISP bannato ti viene consigliato di cambiare direttamente server. Viene infatti esplicitamente dichiarato: “There is nothing *YOU* can do directly to get those IP’s removed / Non c’è niente che tu possa fare direttamente per rimuovere l’ip dalla lista”. E questo sarebbe un servizio?
Essendo lettori assidui di PI ci siamo ricordati del caso Yahoo Groups che si è trovata dinanzi lo stesso nostro identico problema. Ma noi non siamo Yahoo e potete ben immaginare le difficoltà che stiamo riscontrando per risolvere il problema.
Offriamo un servizio in cui l’email è necessaria al fine di attivare il redirect, poichè il link per l’attivazione viene inviato proprio via email. Registriamo circa 25 domini al giorno e purtroppo il 70% di questi utilizzano email della famiglia InWind, ciò significa che per questi utenti sarà impossibile confermare la registrazione del dominio. Nel frattempo continuiamo a perdere credibilità e utenza. Negli ultimi 20 giorni abbiamo collezionato ben 321 domini (con posta InWind & Soci) non attivati.
Ci chiediamo: come è possibile che lo spam venga combattuto a questa maniera? Come è possibile che Spews.org sia un servizio del tutto anonimo? Come è possibile che InWind continui ad utilizzare Spews.org? Ma peggio: come è possibile che a una lista anonima quale è Spews.org basti un niente per bloccare, come dove e quando gli pare, mezza Internet, poiché è una delle liste più utilizzate al mondo?
Su PI si parla molto di spam, di controlli e di sicurezza, si dovrebbe, forse, dare un’occhiata ai metodi che vengono utilizzati nel campo. Se questo è l’unico modo per proteggerci dalle email indesiderate, non siamo poi tanto avanti, anzi, stiamo andando a marcia indietro.
Un saluto a tutta la redazione di PI
Riccardo Iannarelli
Direzione
www.135.it
Gentile Riccardo
credo senz’altro che per quanto sia difficile e complessa la vita dei servizi antispam, che vengono addirittura buttati fuori dalla rete con attacchi criminali , è di certo necessario che chi sceglie di integrare questi servizi nei propri sistemi di posta sia consapevole della loro efficienza ma anche degli enormi problemi che talvolta portano con sé.
Ricordo anche un altro caso con Spews , un’altra azienda italiana che non ha mai spammato ma che a causa dell’antispam ha subìto danni. Sono eventi che tolgono credibilità e forza alla già difficile lotta allo spam.
Tienici informati degli sviluppi che, speriamo, arrivino presto e siano definitivi.
A presto, Lamberto Assenti