New York (USA) – Le dispute sui brevetti continuano a dominare la scena legale statunitense. Il nuovo anno si è aperto con la denuncia di Apple, Google e Napster da parte della meno nota Intertainer per violazione di un brevetto sulla distribuzione di video online. L’azienda è fallita nel lontano 2002 ma la board of directors da allora ne gestisce il portfolio brevetti, e sono nove quelli che “contano”.
Il tribunale distrettuale di Marshall (Texas) dovrà valutare gli eventuali abusi delle tre media-company. Secondo i legali dell’accusa un brevetto depositato nel 2001 e assegnato nel 2005 descrive esattamente il modello di business che permette la distribuzione agli utenti TV e Web di contenuti video provenienti da fornitori diversi.
Secondo alcuni analisti, la denuncia porta con sé potenziali pericoli per i big player coinvolti. Intertainer è stata lanciata nel 1998 con l’intento di distribuire film online (streaming) e via cavo (on-demand). Fra i finanziatori dell’impresa figuravano nomi di un certo peso, tra cui Comcast, Intel, Microsoft, Sony e NBC. Si trattava di un progetto fortemente sostenuto dalle media-company che contano – anche in ambito cinematografico. Nel 2002, però, tutto finiva con una denuncia contro le major cinematografiche per aver fatto cartello contro Intertainer, favorendo il progetto mai veramente decollato Movielink . Lo scorso marzo la questione si è risolta con un accordo, e adesso Intertainer offre le proprie tecnologie in licenza ai suoi vecchi nemiciamici.
Un’altra azione legale di rilievo è quella che sta portando avanti il Washington Research Institute contro Matsushita, Samsung e Nokia per “gravi violazioni” riguardanti la tecnologia Bluetooth. Edwin Suominen, studente della University of Washington, tramite l’ateneo vuole che gli vengano riconosciuti i diritti sui suoi brevetti. Si tratta in particolare di alcuni aspetti che riguardano la modalità di integrazione ed implementazione della tecnologia nei prodotti. Nello specifico, tre tecnologie che hanno a che fare con la conversione delle frequenze dei segnali. Secondo il legale rappresentante dell’università le aziende hanno a disposizione tre possibilità: sostenere che non stanno violando questi brevetti, accettare di pagare le royalty, oppure affidarsi ad un fornitore che dispone delle licenze specifiche.
Lieto epilogo, invece, per Eastman Kodak e Sony sui brevetti riguardanti le tecnologie proprietarie correlate ad alcune linee di camere digitali e videocamere. A distanza di due anni dalla prima denuncia depositata da Kodak e dalla contro-denuncia di Sony, l’ascia di guerra è stata sotterrata: il colosso nipponico pagherà all’ex-nemico le royalty su alcuni brevetti.
“Siamo soddisfatti di aver raggiunto un accordo soddisfacente per entrambe le parti”, ha dichiarato
Laura G. Quatela, Vice Presidente di Eastman Kodak Company. “Questo accordo di cross-license ci permetterà di accedere alla tecnologia di Sony e Sony Ericsson e di confermare la solidità del portfolio brevetti di Kodak”.
Dario d’Elia