Roma – Cara redazione di Punto Informatico, volevo informarvi al riguardo degli operatori fake quello che è successo a mia mamma, che ha 77 anni: penso che quando chiamano a casa questi call center sappiano già l’età dell’intestatario della linea telefonica e cerchino di approfittarne.
Mia madre è stata contattata il 2 marzo da un operatore qualificatosi come Telecom il quale gli diceva che in quanto vecchia abbonata aveva diritto ad una riduzione sul canone d’abbonamento e dicendogli che per poter abbassare il canone doveva registrare la comunicazione. Alla sera, al mio arrivo a casa, ho mangiato subito la foglia ed ho pensato non sbagliandomi ad una truffa di un qualche call center.
Ho subito chiamato il 187 spiegando l’accaduto, l’operatore Telecom mi ha dato un numero verde da chiamare nei giorni seguenti per controllare quale fosse il mio operatore. Giovedì 8 marzo ecco che scopro che l’operatore è cambiato. Al che richiamo il 187, che mi dà un numero a cui inviare un fax con la richiesta di tornare a fare traffico con Telecom nel più breve tempo possibile. Fatto il giorno stesso, ma ieri sera ho chiamato il 187 e la richiesta fatta col fax non risultava ancora a terminale.
In tutto questo, venerdì arriva nel pomeriggio una telefonata di un call center, non so per chi lavorassero, e quando mia mamma ha risposto “le passo mio figlio” e mi ha passato il ricevitore, l’operatore aveva già riagganciato. Questa secondo me è la dimostrazione lampante che vogliono parlare solo con persone anziane per poterle aggirare con facilità.
Un comportamento che fa veramente schifo, non accetterei mai di fare un contratto con una compagnia che permette certe cose. È inutile che vadano poi a “Mi Manda Rai3” a dire che sono comportamenti di cui loro non sanno nulla e che sono arbitrariamente fatti dai call center da cui si servono.
Un saluto,
Mauro B.
Caro Mauro,
quanto descrivi viene segnalato sempre più spesso. Succede a tanti, e spesso accade perché gli operatori telefonici non eseguono controlli sufficientemente tempestivi sui call center di cui si servono, i cui profitti vengono perlopiù collegati al numero di contratti stipulati , senza troppo sottilizzare sul “come” tutto questo avvenga.
Lo scorso novembre sono state introdotte nuove regole dell’Autorità TLC che prevedono, oltre alla registrazione della telefonata da parte dell’operatore quale “garanzia” del consenso informato espresso dall’utente. Queste regole sono in vigore dalla fine di gennaio ma, come evidenziato dal tuo caso e da un numero crescente di casi analoghi, non risolvono il problema e vengono facilmente aggirate.
Punto Informatico da anni si occupa del “disastro call center”, una vera e propria emergenza nazionale di cui si sono occupate e continuano a occuparsi anche le associazioni dei consumatori ma dalla quale non si esce. Né io credo si uscirà senza un intervento diretto sui rapporti economici e commerciali che legano le società cattura-abbonati e gli operatori telefonici che affidano loro le proprie commesse .
L’invito a tutti è quello di continuare a segnalare questi casi: solo dando visibilità a quanto accade oggi, e da anni, si potrà rendere palese anche a chi si trova nella stanza dei bottoni la gravità di questi eventi e la lesione continuata dei diritti dei cittadini causata dall’attuale “sistema” dei call center telefonici.
A presto,
Adele Chiodi