Il modo in cui le persone sono solite ascoltare la musica è cambiato – e anche tanto – nel corso degli anni. Un tempo erano i CD ad avere la meglio, ma l’avvento dei servizi streaming musicale ha fatto sì che poco alla volta questi finissero nel dimenticatoio, venendo considerati supporti ormai obsoleti. I dati emersi di recente e relativi al mercato USA devono però far ricredere in tal senso.
CD: 46,6 milioni di vendite nel 2021
Stando a quanto riferito dalla Recording Industry Association of America (RIAA), infatti, a gran sorpresa, nel 2021 le vendite dei “Compact Disc” sono aumentate per la prima volta dal 2000, ovvero dal momento in cui è iniziata la loro inarrestabile discesa. Più precisamente, le spedizioni sono passate dai 31,6 milioni del 2020 ai 46,6 milioni del 2021, con una conseguente crescita delle entrate legate al formato da 483,2 a 584,2 milioni di dollari.
Le ragioni del rinnovato, seppur minimo, interesse per i CD non sono ancora molto chiare, ma probabilmente è stata la pandemia da Covid-19 e il consolidarsi di abitudini più sedentarie degli utenti ad aver influito in qualche modo sulla cosa, portando gli appassionati a preferire l’uso dei supporti fisici per i propri artisti preferiti piuttosto che soluzioni dematerializzate.
Ovviamente non si tratta di dati che vanno ad intaccare il dominio ben saldo dello streaming musicale. Basti pensare che le vendite combinate di CD e vinili rappresentano solo l’11% delle entrate del 2021, mentre il 57,2% è riconducibile proprio agli abbonamenti a pagamento con una cifra complessiva che si aggira intorno agli 8,6 miliardi di dollari, con i flussi pubblicitari hanno permesso di ricavare 1,8 miliardi di dollari.