New York – Il primo fattore di rischio per l’equilibrio psicologico di una famiglia è il telefono cellulare. Questo verdetto, un po’ “nebuloso” o campato per aria (per chi vede il telefonino come un semplice strumento di comunicazione) è un’affermazione perentoria della psicologa americana Debbie Mandel.
“Molti dei problemi emersi nelle sedute riguardano le interferenze del cellulare nella vita domestica: telefonate che arrivano di giorno o nel cuore della notte interrompono la serenità famigliare”, continua la dottoressa Mandel.
Uno studio recente, pubblicato dal Journal of Marriage and Family evidenzia che i cellulari interferiscono nella vita delle famiglie, causando problemi domestici e di lavoro.
Interviste condotte su coppie di persone sposate che lavorano, molte delle quali con figli, evidenzierebbero che l’uso del telefonino in famiglia “porta ad un calo della soddisfazione e all’aumento dello stress”. “La gente sente di non poterlo spegnere o farne a meno”, dice Noelle Chesley, sociologa dell’Università del Wisconsin.
Nonostante il telefonino fornisca l’illusione di mantenere i contatti sia con l’ambiente di lavoro che con la famiglia, di fatto le realtà è differente, torna a dire Debbie Mandel. Durante una seduta di terapia di gruppo, ad esempio, una madre ha dichiarato che il cellulare le permette di essere sempre in contatto con la propria figlia mentre si trova a scuola: “Non mi perdo nulla di lei”. “E invece sì”, rimarca la psicologa “perché in realtà è il telefono il suo vero contatto, non i figli”, sottolineando che negli episodi di vita familiare in cui la donna si è trovata fisicamente con i propri figli, ha trascorso tutto il tempo al telefono, risultando così presente solo con il corpo, ma non con le proprie emozioni. Il che trasmetterebbe ai figli una sensazione di assenza.
Spunti di riflessione psico-sociologici interessanti, anche se in verità tutto ciò riflette, in molti casi, una condizione individuale di necessità di trovare una valvola di sfogo ad un problema diverso.
D.B.