Google prova a giocare la carta community per Plus: è ora possibile creare dei circoli privati, nascosti o palesi, liberamente accessibili o su invito, dentro cui scambiarsi informazioni e contenuti con la certezza che non potranno filtrare fuori dalla cerchia prestabilita. Una possibilità che potrebbe interessare le aziende che decidano di usare G+ per garantire la comunicazione interna , fino a oggi un’attività fattibile solo attraverso altri prodotti come Yammer o Chatter di Salesforce da acquistare per integrarli nella propria infrastruttura tecnologica.
Il rischio di pubblicare materiale riservato, magari non ancora pronto per essere mostrato alla clientela o compromettente per la concorrenza, dovrebbe essere arginato da questa novità: si può anche scegliere se mostrare la community nella ricerca universale, se permettere a chiunque di accedere o se regolare l’ingresso con gli inviti. Tutto quello che accade nella community, che viene scritto, condiviso, rimarrà nella community: in questo modo Google Plus si offre come strumento (gratuito) per gestire la comunicazione interna , utilizzando le stesse credenziali dell’account Google già in possesso degli utenti (che siano dipendenti di un’impresa o semplici navigatori che si riuniscono per discutere su un argomento specifico).
Naturalmente il servizio è pienamente integrato con le altre risorse Google. Si possono allegare i materiali caricati su Drive , per esempio, e l’obiettivo di Mountain View è piuttosto chiaro: ciascuno degli utenti dei suoi servizi dovrebbe avere un profilo quanto più possibile autentico e reale, in modo tale da poter sfruttare la propria identità in più ambiti che vanno dalla sfera personale a quella lavorativa. In altre parole, il proprio profilo G+ costituirà la chiave d’accesso a tutti i servizi: e se ciò non bastasse, le informazioni contenute sul profilo saranno anche utilizzate al di fuori di Plus.
È il caso di una funzionalità che dovrebbe essere lanciata a inizio 2014 , stando a quanto spiegato da uno sviluppatore , simile a quanto si è cominciato a vedere nella release KitKat 4.4 di Android: così come il sistema operativo mobile di Google sfrutta le informazioni inserite nel suo programma Local per arricchire le informazioni sulle aziende con cui gli smartphone e i tablet entrano in contatto, l’anno prossimo dovrebbe iniziare a identificare i numeri di telefono registrati nei profili Google+ per mostrare una foto del chiamante anche quando non fosse già compreso nella rubrica del chiamato. Niente più numeri sconosciuti: se il numero è associato a un profilo Plus verrà mostrato nome e avatar a ogni squillo, creando qualche dubbio sull’uso disinvolto delle informazioni in possesso di BigG. La funzione sarà attiva di default su tutti i profili completi di numero di telefono e avatar, e potrà essere disattivata andando a variare le proprie preferenze personali dell’account Google.
Luca Annunziata