Copenaghen – Il Consumer Complaints Board danese, l’organizzazione nazionale che cura gli interessi dei consumatori, ha dichiarato di disporre di una serie di prove che confermerebbero la presenza di un difetto nella linea notebook Apple iBook G4 . L’azienda statunitense, da tempo, sostiene che non si tratta di una questione di conformità, ma di problematiche che rientrano nella normale casistica.
È sufficiente accedere ad un buon numero di forum per scoprire che numerosi utenti hanno riscontrato sintomi di “malfunzionamento” analoghi. Ovvero, schermo nero e un rumore di ventola esagerato in fase di boot, che in molti casi avrebbe portato alla precoce dipartita dei portatili.
Come scrive Corey Arnold – citato non a caso su Wikipedia per aver indagato approfonditamente sulla questione – la morìa sarebbe dovuta a un difettuccio nella saldatura della GPU. Un incubo che aveva già afflitto gli utenti di Apple G3 nel 2004, e che era stato affrontato con pinze e placchette , e con una class action che obbligò Apple ad istituire l’ iBook Logic Board Repair Extension Program .
Adesso la questione si è riproposta e negli Stati Uniti, lo scorso dicembre, è partita un’altra class action per la linea G4. Intanto i danesi avevano già deciso di proseguire per la loro strada: la National Consumer Agency locale ha spedito un iMac G4 sospetto presso Delta – un laboratorio di elettronica indipendente – per un responso imparziale. Secondo i tecnici, la saldatura della GPU sarebbe apparsa completamente rotta. Un’anomalia provocata, probabilmente, dagli stress di accensione e spegnimento. “È un po’ come se una persona morisse lentamente ogni volta che prende un respiro, perché le sue cellule si rompono”, ha dichiarato Frederik Navne, avvocato del CCB. “Allo stesso modo il computer muore ogni volta che lo accendi o lo spegni”.
L’organizzazione dei consumatori danese sostiene che gli utenti debbano avere la possibilità di riconsegnare i computer difettosi ad Apple per un veloce intervento in garanzia. Apple International si è attivata di conseguenza e sta valutando la portata del caso. Una lettura ai commenti dell’articolo di The Register lascia supporre che non si tratti di un isolato “caso danese”. Problemi anche in Italia ?
Dario d’Elia