Columbus – Per rispondere efficacemente alle esigenze di sicurezza dei confini e del territorio degli States, il corpo di polizia di Columbus , capitale dell’Ohio, ha investito circa 120mila dollari dei fondi federali per la sicurezza nazionale in 40 dispositivi cellulari in grado di scansionare al volo le impronte e confrontarle con il database cittadino , contenente ad oggi 250mila record.
La segnalazione arriva da Wired : a giustificazione della spesa non indifferente, il dipartimento sostiene che l’impiego dei Rapid Identification Terminal , dotati di connettività WiFi, servirà a ridurre la percentuale di criminalità, perché gli agenti non saranno più costretti a portare i sospetti alla stazione di polizia, dove l’identificazione con le impronte può portare via anche fino ad un’ora. Meno agenti in stazione significherà più pattuglie in giro, e l’ identificazione biometrica sarà una garanzia ulteriore di controllo dell’identità dichiarata dalle persone fermate.
Come Wired segnala, però, il rischio è che i cops abusino dello scanner digitale : è dubbia la legittimità della scansione in un fermo nel traffico sulle highways così come nessuna garanzia esiste sul fatto che le impronte non incluse in archivio vengano poi registrate per controlli futuri, a totale insaputa del proprietario.
L’abuso del dispositivo potrebbe poi essere legittimato da una recente sentenza con cui la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato “il via libera” ad una legge del Nevada, che prevede l’obbligo dell’identificazione verbale durante il cosiddetto Terry Stop . Con l’espressione “Terry Stop” si identifica una situazione in cui gli agenti di polizia sono autorizzati ad ispezionare e identificare anche con la forza i sospetti qualora pensino di trovarsi di fronte ad un potenziale crimine o nei paraggi di uno già commesso.
Interpretando a maglie larghe la pronuncia della Alta Corte, dice Wired, i bad boys potrebbero sentirsi in diritto di fare lo scanning delle impronte in maniera indiscriminata , con tutte le conseguenze del caso sul diritto alla riservatezza dei cittadini americani.
Forti dubbi sussistono infine sulla reale efficacia dell’identificazione delle impronte nella lotta al terrorismo , con il famigerato caso di Brandon Mayfield, avvocato dell’Oregon di fede islamica, scambiato per un terrorista implicato negli attentati alle stazioni ferroviarie di Madrid del 2004 che provocarono 191 morti. In quell’episodio , l’identificazione delle impronte portò ad un clamoroso errore per gli agenti dell’FBI, e il corpo speciale fu costretto a pagare ben 2 milioni di dollari all’innocente avvocato per chiudere la faccenda.
Alfonso Maruccia