I cracker americani sono i più attivi

I cracker americani sono i più attivi

Lo sostiene lo studio di una società produttrice di sistemi di sicurezza. Che ha monitorato nel mondo l'andamento degli attacchi condotti via internet
Lo sostiene lo studio di una società produttrice di sistemi di sicurezza. Che ha monitorato nel mondo l'andamento degli attacchi condotti via internet


Alexandria, Va. (USA) – Gli attacchi informatici condotti via internet da cracker di tutto il mondo sono in continua crescita e i cracker più attivi si trovano negli Stati Uniti. Questi alcuni dei risultati di uno studio condotto dalla RipTech, azienda che spera in questo modo anche di sollecitare gli acquisti delle proprie soluzioni di sicurezza.

Stando al rapporto, tra luglio e dicembre 2001 gli attacchi contro le imprese sono cresciuti del 79 per cento. Il 39 per cento degli attacchi hanno preso di mira ripetutamente target specifici.

Di interesse anche il fatto che il 30 per cento delle aggressioni telematiche sia stato originato da cracker americani. Nella “classifica” dei “paesi più attivi”, RipTech segnala che al secondo posto ci sono i cracker sudcoreani e quelli cinesi, autori però “soltanto” del 9 e 8 per cento degli attacchi.

Secondo RipTech, inoltre, la “densità” di cracker in Israele rispetto alla popolazione complessiva sarebbe due volte maggiore se paragonata a quella di qualsiasi altro paese.

Negli ultimi sei mesi, sostiene RipTech, le imprese nei settori dell’alta tecnologia, dei servizi finanziari, dei media e dell’energia hanno ricevuto ciascuna una media di 700 attacchi… Ad essere maggiormente aggredite sono le grandi aziende con più di 500 dipendenti e le imprese pubbliche.

A questi dati RipTech ritiene di essere giunta con una precisione superiore a quella di studi precedenti. Questo sarebbe dovuto al fatto che il suo studio, “Internet Security Threat Report”, è basato sull’analisi statistica di più di 5,5 milioni di nodi di raccolta dati che hanno testimoniato, analizzato e investigato più di 128mila diversi attacchi informatici.

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Pubblicato il
31 gen 2002
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