Chi sperava che fosse finalmente risolta la questione dei decoder blindati di SKY rimarrà deluso: ieri l’Autorità TLC che sta indagando sulla questione non ha deciso nulla : si è limitata a richiedere a SKY Italia ulteriori informazioni sulle condizioni tecniche della produzione di decoder “compatibili” con l’emittenza SKY.
L’Authority, pressata dai ricorsi del produttore italiano Comex , prima di pronunciarsi sull’imporre o meno a SKY l’ apertura dei decoder agli altri produttori dovrà esaminare le ragioni che l’azienda produrrà e tutto il processo potrebbe richiedere ancora settimane. In particolare Agcom vuole capire nel dettaglio quali caratteristiche tecniche, di sicurezza e commerciali devono avere i decoder “SKY-ready”.
Che la questione sia centrale è evidente: come ben sanno i lettori di Punto Informatico, SKY da tempo si avvale della codifica NDS (Videoguard) per garantire ai produttori di contenuti che quanto viene trasmesso non possa essere videoregistrato nativamente in digitale . E NDS , che fornisce i propri servizi anche ad altri operatori satellitari europei, fin qui non ha mai concesso licenze a produttori di decoder generici . E questo perché si ritiene in questo modo di garantire un’efficace protezione antipirateria. Molti ritengono però che questa “infrastruttura” di fatto droghi il mercato, impedendo a produttori alternativi di proporre al pubblico decoder “altri” rispetto a quelli forniti da SKY. Il fatto che alcuni produttori, come Philips o Samsung, abbiano la possibilità di realizzare decoder ad hoc va evidentemente letta come il riconoscimento di NDS che quei decoder rispondono ai propri requisiti di sicurezza.
Proprio ieri, intanto, il vicepresidente della Commissione Europea, Franco Frattini, ha fatto sapere che per una decisione definitiva sulla condanna all’Italia per i finanziamenti all’acquisto dei decoder DTT c’è da aspettare ancora qualche settimana. In ballo, come noto, i 220 milioni di euro che la Finanziaria 2004 e quella 2005 hanno stanziato per favorire la diffusione della tecnologia televisiva digitale.
“Continua l’esame della questione – ha spiegato Frattini – che si sposta a gennaio. Ne parleremo tra il 15 e il 20 gennaio”. Che una condanna arrivi è del tutto probabile , come ha sottolineato nei giorni scorsi il ministro alle Comunicazioni Paolo Gentiloni, che aveva anche detto, comunque: “Mi pare impossibile che gli utilizzatori finali, gli acquirenti, possano essere i destinatari delle richieste di rimborso”.
Nei giorni scorsi Gina Nieri, consigliere Mediaset , aveva palesato l’irritazione del gruppo su alcune ipotesi trapelate in merito alla sanzione. “Non si capisce – aveva dichiarato – come sia anche solo ipotizzabile che la restituzione degli aiuti per l’acquisto dei decoder per la Tv digitale sia a carico delle società televisive, che non ne hanno beneficiato. A beneficiarne sono stati gli utenti a cui, ovviamente, non è possibile chiedere la restituzione”.