Filtri all’aeroporto di Denver? Schermate blu che bloccano l’accesso a certi contenuti? Sì. Permettono di soddisfare la sete di connettività dei viaggiatori e di prevenire le invettive di genitori preoccupati per i propri figli, che altrimenti rischierebbero di imbattersi di immagini inappropriate, approfittando del WiFi gratuito del terminal.
Molto rumore per nulla, assicurano i rappresentanti della struttura aeroportuale: se il celeberrimo musicista David Byrne non avesse tentato di accedere a uno dei suoi siti preferiti dalla rete WiFi, se non avesse sollevato tutto quel polverone puntando il dito contro filtri che filtrano a sproposito, tutto sarebbe passato inosservato.
Byrne aveva infatti segnalato che il sistema di sicurezza, che protegge gli utenti del WiFi dell’aeroporto quanto i cittadini di paesi censori, non gli aveva permesso di navigare sul celebre blog BoingBoing . Era preoccupato del fatto che il famigerato messaggio che impediva l’accesso alla pagina avvertisse che blog e wiki sono categorie potenzialmente soggette a blocchi.
Ma non di soli blog e wiki si tratta, avverte The Denver Post : Vanity Fair è inaccessibile, troppo provocatorio , così come sono provocatorie le foto di Sport Illustrated che raffigurano gli statuari corpi nei nuotatori a bordo piscina.
A vigilare sulle sessioni online di viaggiatori c’è Webwasher, spiega Chuck Cannon, tecnico dell’aeroporto, ed è operativo dal momento in cui l’aeroporto ha iniziato a fornire connettività gratuita. Il sistema di filtraggio permette di garantire il servizio dribblando le lamentele di coloro che online si imbattono in contenuti inappropriati, in primis le famiglie. I figli, evidentemente, hanno abbandonato passatempi dinamici quali il nascondino fra i gate e il salto della poltroncina: dotati di PDA e portatili si scatenano online e rischiano di imbattersi in contenuti inadatti a loro. Contenuti dei quali le famiglie puntualmente si lamentano, attribuendo la responsabilità al personale tecnico che gestisce il sistema WiFi.
Per questo motivo i filtri sono un buon compromesso, assicura Cannon: le pagine bloccate sono solo l’1 per cento su quasi due milioni di pagine caricate e le proteste formali da parte di coloro che imputano all’aeroporto pratiche censorie sono state solo due nel giro di tre mesi di operatività a pieno ritmo, con 4mila connessioni al giorno.
Non che i viaggiatori navighino esclusivamente le pagine a prova di Webwasher, non che si siano rassegnati alla selezione della rete operata a monte dal servizio dell’aeroporto. È un habitué del terminal di Denver a segnalare a BoingBoing che non esiste modo di inoltrare ai gestori del servizio un reclamo riguardo alla pratiche censorie.
Gaia Bottà