I giocatori di World of Warcraft occuperanno anche una piccola nazione se messi tutti assieme, ma la vera patria dei MMOG, e in particolare dei giochi di ruolo online massivi (MMORPG), è la Cina. Secondo una stima recente, qualunque sia la fascia di età considerata, i MMORPG attraggono l’84,4% della popolazione giocante del paese .
La percentuale scende leggermente e arriva al 78,3% se si guarda ai giovani player tra i 19 e i 25 anni di età (che hanno una certa preferenza per le “battaglie online”) ma in sostanza il dato non cambia : giocare “di ruolo”, impersonare praticamente qualsiasi variante della fauna (o anche flora) videoludica virtuale esplosa contemporaneamente all’aumento delle capacità computazionali dei PC e alla disponibilità di una banda sufficientemente larga, è il top del divertimento elettronico made-in-China.
L’Assemblea Popolare Nazionale potrà anche considerarli deleteri per la salute delle giovani generazioni , le previsioni parlano comunque di una crescita continua negli anni a venire . Lo studio citato da MMOtaku prende poi in considerazione anche i “virtual reality game”, al debutto in lista e già totalizzanti un 7% dei voti di preferenza. Tale genere sarà ancora più popolare nel 2009, grazie allo sviluppo e alla diffusione del social networking e dei casual game sul web, dice lo studio.
La Cina segue d’altronde lo stesso trend dell’intera Asia, dove i MMOG vanno forte anche nelle Filippine e le società specializzate denunciano centinaia di migliaia di dollari di perdite se qualcuno prova a fare il furbo mettendo in piedi un server “pirata” per un gioco risalente al 2002.
Tra i maggiori protagonisti di questa corsa all’avatar c’è Shanda Interactive Entertainment , la società che da anni sostiene di avere record per oltre 460 milioni di account registrati (corrispondenti ad altrettanti giocatori) e qualche milione di player attivi in contemporanea su videogame quali MapleStory, The Legend of Mir 2 (& 3) e altri.
Considerando il successo del genere in terra asiatica, non stupisce che Electronic Arts abbia deciso, inimicandosi (ancora) una fetta non trascurabile di videogiocatori con qualche capello bianco in testa, di concedere la licenza d’uso dello storico RTS/RPG Dungeon Keeper per un MMORPG che dovrebbe vedere la luce esclusivamente in Cina, Taiwan, Hong Kong e Macau .
Alfonso Maruccia