Redmond (USA) – Sono 12 i governi che fino a questo momento hanno deciso di aderire al Government Software Program, per gli amici GSP, iniziativa con cui Microsoft intende dimostrare che nel codice sorgente di Windows non c’è nulla di strano e che il settore pubblico dei diversi paesi può tranquillamente affidarsi alla piattaforma Microsoft per le proprie infrastrutture informatiche.
Il big di Redmond ha dichiarato che tra i paesi che hanno aderito a GSP ci sono anche Russia, Cina, Regno Unito e Austria. Come noto, anche l’Italia è tra i paesi interessati mentre altri 35 hanno già avviato i negoziati necessari per accedere al codice sorgente.
Come si ricorderà, quando GSP fu annunciata , Microsoft spiegò che si trattava di una procedura destinata a togliere di mezzo quei dubbi e quelle perplessità che alcuni parlamentari e politici di molti paesi hanno espresso rispetto ai software proprietari. L’impossibilità di analizzare il codice sorgente , come è invece possibile con l’open source, viene vista come un problema di sicurezza, soprattutto quando le piattaforme proprietarie vengono utilizzate in ambito pubblico o in ambienti critici.
Il programma prevede che sia concesso uno sguardo tecnico al codice di Windows 2000, Windows XP, Windows CE e Windows Server 2003. Per gli operatori autorizzati, è anche possibile vedere la documentazione interna di sicurezza nonché visitare il quartiere generale Microsoft. Sviluppatori e responsabili Microsoft sono poi a disposizione per approfondimenti e per l’esecuzione di test sul codice sorgente. Il 97 per cento del codice viene fatto vedere ai paesi che aderiranno a GSP mentre il rimanente 3 per cento dovrà essere “visto” presso la sede centrale dell’azienda a Redmond.
In realtà ad un programma trasparenza del tutto simile potranno presto accedere anche le grandi imprese. Quelle che adottano più di 1.500 postazioni Windows, infatti, potranno dare un occhio al codice sorgente delle piattaforme Microsoft, sebbene non sarà concesso loro di modificarne neppure una riga.