I lavoratori IT sono pagati adeguatamente

I lavoratori IT sono pagati adeguatamente

Secondo un report rilasciato da AICA, i professionisti del settore non dovrebbero passarsela così male. Quelli, almeno, che sono assunti con contratto di garanzia
Secondo un report rilasciato da AICA, i professionisti del settore non dovrebbero passarsela così male. Quelli, almeno, che sono assunti con contratto di garanzia

L’ormai celebre intervento di un industriale IT italiano su Punto Informatico, che nei giorni scorsi accusava i giovani informatici di spendersi troppo poco per trovare la giusta occupazione, ha creato non poco scompiglio. Leggendo i commenti su PI e sui blog, ad esempio quelli apparsi sul blog del professor Alfonso Fuggetta , ordinario al Politecnico di Milano e amministratore delegato del Cefriel , emerge la distanza di approccio tra i professionisti che sono “arrivati” e quelli che sono ancora sull’orlo della sopravvivenza.

Vi è almeno un elemento, però, che potrebbe far tornare la pace e alimentare la speranza, ovvero il quadro incoraggiante delineato dal primo report sui Mestieri nel Settore dell’ICT pubblicato da AICA lo scorso giugno. La situazione retributiva italiana sembrerebbe abbastanza in linea con quella europea, anche se quella contrattuale – come citano numerosi “specialisti disperati” – non può essere definita normale.

“Senza voler necessariamente dare una risposta completa ed esauriente ai problemi metodologici introdotti, possiamo definire interni all’ambito ICT i mestieri (intesi come ruoli e mansioni professionali) che richiedono sistematicamente l’applicazione di competenze informatiche, di cui il Syllabus EUCIP ci fornisce un ventaglio abbastanza ampio. Definiremo di conseguenza specialisti o professionisti ICT coloro che svolgono tali mestieri per una quota significativa (o forse dovremmo dire: prevalente) del loro tempo lavorativo”, si legge in uno dei paragrafi introduttivi del documento. Il programma EUCIP è stato varato dal CEPIS per armonizzare e integrare i vecchi modelli come SFIA, AITTS e CIGREF. Insomma, il primo passo è stato quello di delineare quali siano esattamente i profili professionali dell’ICT sfruttando un unico sistema europeo, regolamentato da un ente senza scopo di lucro.

Clicca per ingrandire OD&M Consulting , che ha partecipato all’indagine, ha censito più di 25 mila profili nel 2005. Un numero che “…costituisce un riferimento adeguato per comprendere sia le varie specificità del portafoglio dei profili considerati, sia per catturare il concetto di domanda e offerta di competenze , che spesso sono espresse con riferimento a diversi sistemi di classificazione come quelli occupazionali, di settore di industria, educativi e di formazione…”.

In relazione ai 23 Profili Professionali Elettivi indicati nel framework EUCIP sono state elaborate tre macro-categorie di appartenenza: Plan Knowledge Area (si riferisce all’analisi dei requisiti e alla pianificazione dell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione nell’ambito organizzativo); Build Knowledge Area (comprende i processi di specifica, sviluppo e collaudo di sistemi informatici); Operate Knowledge Area (riguarda l’installazione, la supervisione e la manutenzione di sistemi ICT). In Italia, i professionisti EUCIP di Plan, Build e Operate sono rispettivamente il 20%, 41,9% e 36,7% del settore.

Le criticità più evidenti sono state delineate nel report: “Nell’area Plan mancano completamente o quasi i profili del Business Analyst, del Client Service Manager, del Logistic & Automation Consultant e del IS Qualità Auditor; sono invece presenti in misura rilevante i profili dell’IS Manager e del IS Project Manager”.

“Nell’area Build sono quasi completamente assenti i profili del System Integration and Testing Engineer, ed è poco presente il profilo del IS Analyst, mentre è molto presente il profilo del Software Developer. Nell’area Operate sono quasi assenti i profili del Telecommunication Engineer, del Network Architect, del Security Adviser e dell’IT Trainer, mentre è significativa la presenza dell’IT Administrator”.

Il commento finale non lascia spazio ad alcuna interpretazione. “Sempre nell’ambito dei limiti indicati, le presenze e le assenze dei profili rispetto a quanto indicato nel Ciclo di vita del Sistema ICT, forniscono complessivamente una fotografia delle professionalità nelle imprese italiane nettamente insufficiente rispetto alle esigenze di analisi e pianificazione adeguata dei sistemi informativi; invece per quanto riguarda l’area Build emerge con evidenza una contraddizione fra la capacità di sviluppare applicazioni (la massiccia presenza di Software Developer in questo senso è una indicazione importante) mentre mancano i profili di System Integration and Test; l’assenza di profili nell’area delle telecomunicazioni e della sicurezza segnalano infine alcune possibili debolezze dei sistemi informativi nelle imprese italiane”.

L’altro capitolo di degno interesse è certamente quello delle retribuzioni lorde annue dell’IT (vedi tabella), a cui Romeo Pruno, software analyst, ha dedicato un post di estremo interesse sul suo blog. In questo caso OD&M Consulting “ha elaborato 1.378.610 profili retributivi (dichiarazioni) di dipendenti privati (dirigenti, quadri, impiegati e operai) raccolte nell’arco degli ultimi 5 anni (2001-2005)”. Si scopre quindi che il 62,6% è rappresentato da Impiegati, seguito da Quadri (21,2%), Dirigenti (10%) e Operai (6,2%).

I dirigenti IT percepiscono in Italia una retribuzione totale annua media di 81.153 euro lordi, ma la loro busta paga è mediamente inferiore del 13,5% rispetto a quella dei dirigenti italiani degli altri settori. I Quadri, invece, guadagnano mediamente 46.509 euro lordi all’anno e sono in linea con la media nazionale. Diversamente, gli impiegati IT delle imprese italiane registrano retribuzioni medie (26.152 euro lordi all’anno) più elevate del 4% rispetto al dato nazionale.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
13 feb 2007
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