Le anticipazioni erano corrette : nel terzo trimestre del 2013 Nokia ha venduto più Lumia che mai, ovvero 8,8 milioni di esemplari in tutto il mondo. Si tratta di un record dopo i 7,3 milioni del secondo trimestre e i 2,9 del primo, un trend che quindi si conferma: certo siamo ancora lontani dai 30 milioni e oltre di pezzi venduti da Apple o Samsung, ma è un percorso che regala in ogni caso ad Espoo una boccata d’ossigeno con i conti che diminuiscono largamente le perdite e migliorano i profitti operativi. Il fatturato si ferma a 5,66 miliardi di euro, con un margine positivo di 118 milioni di euro.
Le vendite dei Lumia, i prodotti in teoria più remunerativi per le casse Nokia, sono cresciute di quasi il 20 per cento nell’ultimo trimestre: un dato positivo, letto anche alla luce dei nuovi prodotti appena lanciati ( 1520 e 2520 in testa ) che potrebbero ben comportarsi sul mercato durante il periodo natalizio. La buona notizia rassicurerà anche più di qualcuno a Redmond: Microsoft ha in campo un’offerta miliardaria per acquisire la divisione cellulari di Nokia, e molto del connubio software+hardware+servizi su cui la dirigenza di BigM scommette il futuro dell’azienda è legato a doppio filo con le sorti di Windows Phone e smartphone Lumia. In particolare il 520, il più economico dell’offerta, ha segnato il passo, affiancato dai più economici 105, 210 e Asha 501: un dato questo che dovrebbe comunque far riflettere, visto che Nokia stravende modelli che non appaiono in grado di garantire ampi margini .
Andando a spulciare i numeri si possono fare delle altre considerazioni: rispetto al 2012 Nokia vende meno terminali, in particolare meno terminali delle fasce più economiche, e nel complesso il fatturato della divisione è negativo (meno 19 per cento). I Lumia fanno eccezione, per fatturato e volumi : se davvero Microsoft opererà un taglio della linea Asha per concentrarsi sugli smartphone, e i consumatori continueranno a premiare le scelte e il design di Windows Phone e Lumia, allora la mossa si rivelerà vincente per Ballmer e chi gli succederà come CEO. Dal punto di vista di Nokia, inoltre, liberarsi della divisione cellulari significa liberarsi di una divisione in contrazione e in perdita, migliorando i propri conti e semplificando la gestione di quello che resta.
Il grosso di quello che resterà a Espoo è NSN, ovvero la divisione telefonica e di servizi completamente ringoiata dopo qualche anno di partnership con Siemens. Anche questa divisione è in calo, ma i profitti pur scesi del 9 per cento restano al di sopra dei 166 milioni in questo trimestre (erano 183 nel Q2): se il bilancio presentato da Nokia riguardasse solo le attività di NSN e il perimetro che resterà dopo la vendita dei cellulari, al netto si chiuderebbe con un margine operativo positivo e migliore dell’intero gruppo attuale. Fatte le dovute considerazioni su spese pregresse e uscite obbligate dovute a operazioni non procrastinabili (ad esempio il pagamento delle liquidazioni ai dipendenti che sono andati in pensione, o sono stati tagliati nel corso della ristrutturazione), i vertici di Nokia ritengono di avere in mano un business sano e in grado di tenere a galla il marchio anche dopo la cessione del ramo di azienda a Microsoft.
Tornando a Lumia, le vendite progrediscono anche in Nordamerica : i nuovi phablet 1520 e 1320 dovrebbero essere un toccasana per progredire nei mercati degli States, così come il tablet 2520, assicurando al contempo maggiori margini a chiunque possederà la divisione da qui a tre mesi. Altro discorso sarà riuscire ad acquisire rilevanza assoluta: sul mercato iOS e Android restano di un’altra categoria, e il cammino verso l’affermazione definitiva di Windows Phone è ancora molto lungo . Per ora, comunque, la Borsa pare apprezzare la direzione intrapresa da Nokia.
Luca Annunziata