Roma – Si chiama Pollicino nella Rete: educare i minori a una navigazione sicura in Internet una ricerca condotta per capire come i giovani utenti italiani tra gli 8 e i 13 anni usano la grande rete e quali sono rischi e opportunità.
L’indagine sviluppata dall’associazione internazionale ICAA , promossa da Symantec e dalla Polizia Postale, è patrocinata dal ministero delle Comunicazioni e dall’UNICEF: partendo dalla questione della pedopornografia in Internet , ha cercato di indagare sull’insieme dei pericoli, comprese truffe, violazioni della privacy, disponibilità di contenuti inadatti.
Sono 5mila i bambini che hanno partecipato all’indagine ed è emerso che la maggior parte ha dichiarato di utilizzare chat, newsgroup e altri servizi interattivi in modo continuativo, esprimendo la volontà di instaurare un dialogo online con persone sconosciute e l’interesse per tematiche a sfondo sessuale.
Lo studio dell’ICAA ha poi mostrato una notevole percentuale di situazioni in cui i minori navigano con un controllo solo saltuario da parte degli adulti (47%) e talvolta in assoluta solitudine (27%). Quando la comunicazione con i genitori è carente, i minori si dimostrano propensi a vivere la propria esperienza Web come dimensione privata della propria vita, favorendo così eventuali situazioni di ambiguità relazionale con gli adulti e, in casi estremi, l’incontro nel mondo reale.
“L’obbiettivo primario di questo progetto di ricerca e di intervento – ha spiegato Marco Strano, presidente ICAA – è costituito dallo studio dei comportamenti pericolosi e dalla valutazione della reale percezione dei rischi sulla rete Internet e dei loro atteggiamenti rispetto al rischio da parte dei bambini, nonché della percezione del rischio da parte di coloro che sono istituzionalmente deputati al loro controllo ed educazione, genitori ed insegnanti”.
La campagna Pollicino nella Rete: educare i minori a una navigazione sicura in Internet prevede, nel prossimo futuro, la pianificazione di azioni di formazione e sensibilizzazione nei confronti di tutti gli “attori in campo”.