Una ricerca, pubblicata dalla rivista Science , ha analizzato i dati relativi all’ubicazione degli utenti ottenuti dai fornitori di servizi cellulari e ha dimostrato che è possibile predire i percorsi e le destinazioni umane nel 93 per cento dei casi. Questo tipo di informazioni dovrebbe poter servire in svariati campi, dalla gestione del traffico cittadino o delle risorse di rete mobile, alle previsioni di diffusione di un virus.
I cellulari permettono un buon grado di approssimazione nell’individuare la collocazione precisa di un individuo nel mondo. Le compagnie telefoniche immagazzinano dati relativi alle localizzazioni dei clienti nel momento in cui il loro apparecchio aggancia una stazione radio base. E da questa informazione si possono ottenere schemi statistici. I ricercatori hanno quindi preso i dati relativi ai clienti con il maggior numero di chiamate (almeno una chiamata ogni due ore) e con essi hanno potuto stilare un quadro e calcolare le traiettorie degli utenti e il conseguente livello di prevedibilità, pari al 93 per cento, indipendentemente dai chilometri percorsi. Con il 70 per cento di possibilità che una persona si trovi in un dato momento nel luogo maggiormente visitato.
Se già con le chiamate è possibile sapere molto dei tragitti seguiti, ancora maggiori informazioni si possono raccogliere con uno smartphone, in particolare se dotato di GPS.
Questi dati possono essere utilissimi per l’organizzazione logistica in numerosi ambiti se aggregati e studiati anonimamente, ma pongono altresì problemi di privacy da capogiro: le telco potrebbero sapere, per esempio, in ogni momento dove si trovano gli utenti, con chi sono, che foto scattano, che SMS inviano.
Un esempio di impieghi è l’utilizzo che Google fa delle masse di dati in suo possesso per cercare di sconfiggere il traffico o per prevedere le linee di diffusione di un virus attraverso le ricerche sull’argomento in Rete. Ma lo stesso principio potrebbe essere applicato agli altri eventi sociali e i dati raccolti potrebbero essere estesi fino al più piccolo dettaglio.
Così, per trattare legislativamente l’argomento che diventa sempre più di attualità , il Congresso degli Stati Uniti ha deciso di iniziare ad occuparsi della regolazione della gestione dei dati sulle posizioni e i movimenti ottenuti tramite tali connessioni cellulari. “Credo che l’argomento possa emergere nell’ambito di un più ampio schema legislativo”, ha spiegato Rick Boucher, direttore del sottocomitato per le comunicazioni, la tecnologia e Internet. Il dibattimento che seguirà toccherà la sfera della privacy, la possibilità o meno di disseminare advertising studiato in base a quei dati e il suo eventuale utilizzo al servizio delle forze dell’ordine.
Claudio Tamburrino