Una doccia fredda su alcune nanotecnologie si sta abbattendo in queste ore. Come già preventivato da uno studio precedente, una nuova ricerca sembra indicare una potenziale pericolosità per i nanotubi di carbonio , elementi al centro di una messe di produzioni nanotecnologiche, nonché presente e futuro di molti materiali dalle caratteristiche del tutto nuove.
A suggerire che l’inalazione di nanotubi potrebbe causare danni ai polmoni simili a quelli causati dall’amianto sono i ricercatori del Woodrow Wilson International Center for Scholars di Washington. Uno di loro, Andrew Maynard, ha dichiarato alla
In una serie di esperimenti, nell’addome di alcuni topi sono stati inseriti nanotubi complessi di varie lunghezze. In altri topi nella stessa posizione sono state poste fibre di amianto e microfogli di carbonio, con l’idea di comparare gli effetti dei materiali sugli animali. “Abbiamo così scoperto – ha dichiarato un altro dei ricercatori – che i nanotubi più lunghi causano patologie, in particolare infiammazioni e deformazioni epidermiche. Quelli più corti invece no. Il problema sembra causato dal fatto che le cellule che normalmente si occupano delle particelle più piccole non possono gestire forme lunghe e diritte”. Si parla, in particolare, di quella particolare difesa polmonare che si attiva per mantenere “puliti” i polmoni quando vengono invasi da materiali esterni.
“Queste cellule – ha continuato lo scienziato – possono allungarsi fino a 20 micron ma oltre i 20 micron non riescono più a coprire le strutture con le loro membrane. E questo sostanzialmente le congela: non possono muoversi adeguatamente e dunque non possono espellere i materiali dal polmone. Sono in uno stato iperattivo che porta ad infiammazioni, deformazioni e probabilmente tumori sul lungo periodo”.
Va da sé che i topi non sono uomini e su questi ultimi sarà più difficile condurre questo genere di esperimenti, ne consegue che i ricercatori non sono affatto sicuri che si possa affermare la pericolosità dei nanotubi, e consigliano ulteriori approfondimenti. Una tesi sposata dall’industria, che sottolinea l’importanza di saperne di più. Va anche detto che oggi gran parte dei materiali che contengono nanotubi non sono ritenuti pericolosi in nessun caso perché i nanocosi sono conservati all’interno di strutture più grandi. Ma questo vale solo per gli utenti: diversa la questione per chi lavora negli impianti di produzione di questi straordinari nuovi materiali.