I piani per il digitale terrestre 2.0

I piani per il digitale terrestre 2.0

Il governo prepara il terreno al nuovo passaggio di tecnologia per le trasmissioni televisive in digitale, un passaggio che va a braccetto con l'asta delle frequenze per il 5G. Ce lo chiede l'Europa, e questa volta i tempi sono brevi
Il governo prepara il terreno al nuovo passaggio di tecnologia per le trasmissioni televisive in digitale, un passaggio che va a braccetto con l'asta delle frequenze per il 5G. Ce lo chiede l'Europa, e questa volta i tempi sono brevi

La legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento riguarda anche un fatto tecnologico importante, vale a dire lo switch off delle attuali trasmissioni televisive digitali DVB-T e il passaggio al nuovo standard DVB-T2 . Una “seconda generazione” di digitale terrestre che avrà evidentemente effetti generali per tutta la popolazione , richiederà un aggiornamento degli apparati e permetterà altresì di diffondere con maggior velocità le comunicazioni mobile sulle reti di quinta generazione (5G).

La legge preparata dal Ministro dell’economia e delle finanze prevede che le operazioni necessarie per il passaggio alle nuove trasmissioni vengano messe in campo tra l’1 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022 , data quest’ultima che rappresenterà lo spegnimento definitivo di tutte le trasmissioni DVB-T nazionali e quindi sancirà la compiuta transizione a DVB-T2.

Lo switch-off era inizialmente previsto già dal 2017 , e permetterà alle emittenti televisive di adottare tecnologie di trasmissione molto più moderne primo fra tutte l’ algoritmo di compressione video HEVC/H.265 . Con HEVC sarà possibile trasmettere segnali di maggior qualità (e risoluzione) a parità di bitrate, o si potranno “compattare” un maggior numero di canali nelle frequenze assegnate al digitale terrestre.

Proprio la questione delle frequenze rappresenta l’elemento dirimente del passaggio a DVB-T2, visto che le frequenze comprese nella banda dei 700 MHz dovranno essere liberate dalle trasmissioni televisive per essere assegnate alle comunicazioni cellulari 5G.

Con l’asta prossima ventura per il 5G il governo prevede di incassare almeno 2,5 miliardi di euro , mentre per alleggerire il peso economico dello switch off da DVB-T si parla di una “mancetta” da 100 milioni di euro scaglionata negli anni 2019-2022.

Di mancetta si tratta, in effetti, se si considera che le famiglie italiane dovranno obbligatoriamente acquistare nuovi televisori (per i modelli acquistati prima del 2017), decoder esterni compatibili DVB-T2 e magari gli interventi di ammodernamento necessari agli impianti di antenna condominiali.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
2 nov 2017
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