San Francisco (USA) – Trentaquattro stati americani, tra cui la California, hanno intentato causa ad otto chipmaker accusandoli di aver formato un cartello che per anni avrebbe controllato illegalmente il prezzo delle memorie DRAM.
Secondo le querelanti, l’artificioso rialzo dei prezzi attuato da Micron, Hynix e altri produttori è costato ai consumatori americani centinaia di milioni di dollari.
Tra i capi d’accusa rivolti contro le otto aziende c’è quello di aver violato le leggi federali e statali sulla concorrenza , a danno di consumatori e aziende pubbliche e private. Su questa collusione, che si sarebbe protratta per un periodo compreso fra il 1998 e il 2002, sta indagando da anni anche il Dipartimento di Giustizia americano (DoJ): per ora le aziende dichiaratesi colpevoli sono quattro, e le multe inflitte si aggirano intorno ai 700 milioni di dollari.
Lo scorso maggio Samsung, Hynix e Infinenon hanno accomodato una class action pagando un totale di 160 milioni di dollari. Elpida, la quarta società ad aver ammesso la propria colpevolezza, è ancora coinvolta nella causa.
Il DoJ ha definito la cospirazione “uno dei più grandi cartelli mai scoperti”, un cartello che probabilmente ha controllato il prezzo delle memorie anche al di fuori degli USA.
Oltre ai già citati Micron e Hynix, i produttori di memorie denunciati dai 34 stati comprendono Nanya Technology, Elpida, NEC Electronics, NEC Electronics America, Infineon Technologies e Mosel Vitelic.