I robot esploratori sono grilli

I robot esploratori sono grilli

Saltano, proprio come i grilli, per superare gli ostacoli sul loro percorso. Non calcolano ogni salto ma seguono una rotta. I robot intelligenti, usati anche come terribili mine, potrebbero esplorare in modo nuovo Marte e Luna
Saltano, proprio come i grilli, per superare gli ostacoli sul loro percorso. Non calcolano ogni salto ma seguono una rotta. I robot intelligenti, usati anche come terribili mine, potrebbero esplorare in modo nuovo Marte e Luna

Roma – Robot che si muovono come i grilli per esplorare i pianeti e la Luna in breve tempo: potrà non essere molto semplice ma l’idea ha una sua genialità che ha portato alle prime realizzazioni e ha colpito la fantasia dei media di settore in questo periodo.

A lanciare l’idea fu non molto tempo fa Rush Robinett, ricercatore degli autorevoli Sandia National Laboratories di Albaquerque, in New Mexico. Al New Scientist, che lo ha brevemente intervistato sul tema, Robinett ha spiegato “il fascino” dei grilli e perché il loro modo di muoversi può rappresentare una svolta per la robotica: “Ho notato che saltano seguendo un pattern casuale, impattano sul terreno in modo spesso sbilenco e poco equilibrato, si rimettono in piedi e saltano di nuovo”.

Questo modo di muoversi ha affascinato Robinett e il suo team che fino ad oggi ha lavorato con successo su una serie di progetti avanzati riguardanti la mobilità di robot da terra (vedi foto). Robot intelligenti e dotati di ruote e pronti per essere utilizzati per missioni di sicurezza in luoghi pericolosi. Al contrario di quelli “da terra”, i robot che saltano come grilli possono offrire una capacità di mobilità sui pianeti e sulla Luna fino ad oggi improponibile e potranno anche essere utilizzati sulla Terra, per impieghi militari, per la sicurezza o per operazioni di salvataggio.

Il primo robot sviluppato dal Centro di Robotica dei Sandia riesce a saltare fino a 20 piedi di distanza e sfrutta un pistone alimentato a combustione. Questa sembra al momento la soluzione energetica migliore, visto che uno dei problemi maggiori per il robot è dargli un “motore” capace di una spinta sufficiente a superare più volte una certa distanza in lunghezza e almeno una volta in altezza il robot stesso.

Un altro ricercatore, Barry Spletzer, ha spiegato che “la maggioranza dei robot mobili sono studiati per andare dritti verso l’obiettivo con efficienza. Ma sulle lunghe distanze non si ha la necessità di una simile precisione. Con un robot-grillo si possono fare correzioni dopo ogni salto, non ha bisogno di cambiare direzione mentre salta. Quando abbiamo verificato che la mobilità semi-casuale era possibile abbiamo capito che un robot-grillo poteva essere realizzato”.

Il prototipo è contenuto in un guscio pensato per consentire al robot di riposizionarsi per un nuovo salto dopo ogni atterraggio. La parte inferiore è il pistone che dà la spinta per il salto. A guidare il grillo robotico è un microprocessore preprogrammato che legge un compasso e un meccanismo di pesi interno fa sì che il robot si posizioni ogni volta nella direzione prevista o voluta per il salto successivo.

A quanto pare, un robot del genere sarebbe in grado di effettuare fino a 4mila salti con un rifornimento di carburante da soli 20 grammi, sollevandosi ogni volta di 3 piedi in altezza e di 6 in lunghezza.

Oltre a questi esperimenti, al Sandia si lavora come sempre anche sugli armamenti e in particolare sui più difficili da digerire: le mine. Applicando la scienza del robot-grillo alle mine si stanno progettando mine intelligenti capaci di spostarsi su un campo minato quando questo venisse “attaccato” da un’opera di sminamento nemica. In questo caso si tratta di “piattaforme” capaci di saltare fino a 10 o 20 piedi di distanza e di compiere fino a 100 salti “con un pieno”. Si tratta di robot già testati in una serie di condizioni “ostili”, come il fango, la sabbia e via dicendo.

Gli sviluppi futuri per la scienza dei robot che saltano sembrano fortunamente tesi più a scopi pacifici che bellici, almeno a sentire gli scienziati che ci lavorano sopra. Secondo Spletzer al momento si sta lavorando su robot che possano essere controllati da remoto persino con un joystick, capaci anche di assorbire gli urti quando atterrano su un terreno particolarmente duro, come può essere l’asfalto. Non è escluso, infatti, che i prossimi robot-grilli possano essere utilizzati nel campo della protezione civile.

A questo proposito esiste già un prototipo di robot capace di saltare fino a 30 piedi di altezza. Un risultato considerato di grande rilievo da Spletzer, secondo cui “quando siamo riusciti a farlo salire così in alto abbiamo capito che avevamo davvero trovato qualcosa di nuovo”. Questi nuovi robot, capaci di saltare così in alto, potrebbero essere utilizzati in operazioni di salvataggio e di controllo di determinati ambienti altrimenti irraggiungibili e via dicendo.

I ricercatori, comunque e fortunatamente, sembrano conservare una forte propensione all’uso pacifico dei robot, in particolare per l’esplorazione spaziale. Conclude Spletzer: “Dove veramente vogliamo arrivare è Marte e la Luna. Con un robot-grillo si potrebbe arrivare molto più lontani dal punto di atterraggio. Si potrebbero far partire da lì una decina di questi robot in tutte le direzioni”. Quando dovremo aspettare?

Alberigo Massucci

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Pubblicato il
28 ott 2000
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