Roma – Dal tramonto all’alba tutto dovrà tacere in Afghanistan, le compagnie telefoniche dovranno interrompere i servizi: lo chiedono le milizie talebane.
Non dovesse essere abbastanza convincente questa intimazione, le forze talebane hanno rafforzato la richiesta con un minaccioso ultimatum : se entro tre giorni le compagnie telefoniche afgane non metteranno in atto il coprifuoco come richiesto, un dispiegamento di forze verrà mobilitato per abbattere fisicamente le stazioni radio base, le antenne, le sedi delle aziende.
Ad esprimere la richiesta, Zabiullah Mujaheed, rappresentante delle milizie: sono convinti che le truppe straniere, autorizzate dal governo e in collaborazione con i carrier, si servano delle comunicazioni telefoniche per ricostruire gli spostamenti di cella in cella degli utenti, monitorare gli spostamenti dei talebani, individuarne i nascondigli.
Per questo motivo dalle 17 alle 3 il segnale dovrà interrompersi , nessuna persona che si trovi in Afghanistan potrà impugnare il telefonino se non per trastullarsi con giochini, sfogliare la rubrica, impostare la sveglia. Proteggere i membri della milizia taliban, garantire loro la possibilità di agire indisturbati è una priorità: i cinque milioni di afgani che possiedono un telefono cellulare dovranno rassegnarsi alle sole chiamate diurne .
È probabile però che la minaccia degli integralisti non si concretizzi, spiegano dal ministero delle Comunicazioni: gli stessi talebani utilizzano i servizi di telefonia mobile per scambiarsi informazioni e un attacco diretto sferrato contro le infrastrutture si ritorcerebbe contro l’organizzazione stessa.
Gaia Bottà