Lo definiscono “il maggiore studio sui Taser” mai prodotto. Di certo il rapporto realizzato da alcuni ricercatori sulle armi elettriche così diffuse negli Stati Uniti potrà tranquillizzare almeno una parte dell’opinione pubblica. Afferma infatti che i Taser non sono così pericolosi come qualcuno li descrive.
“Questo studio è il primo ampio studio indipendente sugli incidenti associati ai Taser. È il primo studio epidemiologico che analizza ogni impiego dei Taser e definisce in modo affidabile il rischio generale e la gravità delle conseguenze in condizioni reali”. Così ha parlato William Bozeman, a capo di un team di ricercatori della Wake Forest University School of Medicine , che ha appunto prodotto la ricerca.
Secondo Bozeman “il tasso di ferite è basso e la maggiorparte dei danni sono ridotti. Questi risultati affermano la sicurezza dei dispositivi”.
Stando a quanto dichiarato nel corso di un incontro medico che si è tenuto a Seattle, i ricercatori hanno preso in esame quasi 1000 casi di uso di Taser , scoprendo che il 99,7 per cento di coloro che hanno subito una taserata o ha sofferto danni leggeri, come lividi o sbucciature, o non ne ha sofferti affatto. Solo lo 0,3 per cento ha invece dovuto ricorrere alle cure ospedaliere.
I casi più gravi, hanno spiegato i ricercatori, riguardano due persone che sono cadute a terra dopo essere state colpite dai Taser, battendo la testa. Nei due casi di morte , l’autopsia ha verificato che questa non è avvenuta come conseguenze dell’uso dei Taser.
Come specificano gli stessi autori dello studio, il rapporto non arriva casualmente proprio ora. È stato infatti finanziato dal Governo statunitense attraverso il National Institute of Justice , che ha anche ottenuto il coinvolgimento di sei dipartimenti delle forze dell’ordine sul territorio. È dai documenti medici e dai verbali redatti da questi dipartimenti che sono emersi i dati di cui parla lo studio.
In conclusione, comunque, Bozeman sottolinea come il Taser sia “chiaramente un’arma e può naturalmente causare danni e anche la morte in certi casi. La domanda da porsi è quanto è probabile che causi danni significativi? e se il rischio di provocare danni sia superiore ai benefici che apporta”.