I cellulari possono essere più pericolosi di alcuni conclamati fattori di rischio di tumore, come il fumo e l’amianto. È quanto emerge da un allarmante studio condotto dal neurochirurgo australiano Vini Khurana, che lancia un allarme drammatico: l’uso del telefonino cellulare dovrebbe essere evitato, mentre l’industria e le istituzioni dovrebbero adoperarsi con sollecitudine per trovare soluzioni che riducano l’esposizione alle emissioni elettromagnetiche per gli utenti.
La ricerca del professor Khurana, alle dipendenze dell’ Australian National University , afferma in sostanza che un’esposizione alle emissioni elettromagnetiche di un telefono cellulare per almeno dieci anni può far raddoppiare le probabilità di contrarre un tumore al cervello. Nella sua attività di ricerca, il neurochirurgo ha esaminato più di cento studi condotti a vario titolo sui telefoni cellulari, il loro utilizzo e le correlazioni con alcune malattie. Inquietanti le conclusioni del ricercatore, secondo il quale esisterebbero evidenze che dimostrano i legami tra esposizione e rischio di tumore.
“I tumori cerebrali – ha spiegato Khurana – impiegano anni per svilupparsi, mentre gli studi scientifici finora pubblicati hanno preso in considerazione solo poche persone, che utilizzavano il telefonino da almeno dieci anni”. Un campione poco attendibile secondo il neurochirurgo, che in tema di rischio salute e telefonia mobile ha pubblicato, dal 1992 fino ad oggi, una quarantina di studi. In molti di essi, il medico ha riesaminato oltre 100 ricerche sulla stessa materia, giungendo sempre alla conclusione che un’esposizione di oltre dieci anni alle emissioni di un telefonino possono comportare un significativo aumento di probabilità di contrarre tumori.
“Nei prossimi 10 anni – conclude il professor Khurana – a meno di un’inversione di tendenza nell’uso dei cellulari e di nuovi apparecchi con meno emissioni, assisteremo a una crescita esponenziale delle forme di cancro al cervello. Con un’emergenza sanitaria maggiore di quella rappresentata dal fumo di sigaretta o dall’inquinamento da amianto. Se non altro perché ci sono tre miliardi di persone nel mondo che usano i cellulari. Un numero tre volte superiore a quello dei fumatori”.
A quanto esposto dal ricercatore si contrappone l’opinione – non esattamente disinteressata, nè super partes – della MOA (Mobile Operators Association) , l’associazione britannica che riunisce gli operatori di telefonia mobile, che ha già censurato quanto pubblicato dal dottor Khurana sulla rivista sientifica IOS, affermando che l’analisi da lui condotta “raggiunge conclusioni opposte a quelle dell’OMS e di altri 30 studi scientifici” e porta a risultati “non equilibrati”.
Dario Bonacina