Le new entry italiane della telefonia mobile, ossia gli operatori mobili alternativi, lo scorso mercoledì si sono incontrati con l’ Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per fare il punto della situazione sul loro ruolo nel Belpaese. Evidenziando un primo importante risultato: la conquista di una fetta di mercato di 500mila clienti.
L’incontro ha visto come protagonisti il presidente dell’Authority Corrado Calabrò affiancato dai Commissari e Francesco dè Medici, amministratore delegato di CIM – Carrefour Italia Mobile, che distribuisce il brand UNOMobile , Francesco Pinelli, direttore di CoopVoce e Roberto Giacchi, amministratore delegato di PosteMobile .
Gli operatori, che nelle intenzioni delle Autorità sono stati introdotti nel mercato per favorirne la concorrenzialità, hanno così formalizzato la propria conoscenza con il regolatore e si sono dichiarati pronti a “proseguire il confronto costruttivo che si è avviato con l’Autorità al fine di confermare e di sostenere il buon andamento della telefonia mobile virtuale in Italia”.
“Negli ultimi mesi – ha dichiarato il presidente Calabrò – l’Autorità ha spinto molto affinché il mercato, come è avvenuto in molti altri contesti internazionali, si aprisse spontaneamente a questa nuova tipologia di gestori”. Una spontaneità pungolata, in realtà, dalle istituzioni: fra coloro che possono vantare un ruolo decisivo nella svolta che ha portato all’introduzione degli operatori alternativi (definiti virtuali, benché le aziende attive finora sul mercato svolgano un’attività più vicina alla rivendita, anche se opportunamente customizzata) c’è sicuramente l’ Antitrust , che sugli operatori italiani e la mancata apertura delle loro reti mobili ha condotto un’ indagine durata oltre due anni.
L’indagine, come ricorderanno i lettori di PI Telefonia non ha poi portato a sanzioni direttamente legate all’atteggiamento “antivirtuale” degli operatori mobili: dopo aver graziato Vodafone per il conseguimento degli accordi stretti con Poste Italiane, BT e Carrefour, il Garante per la Concorrenza ha multato TIM e Wind per atteggiamento anticoncorrenziale nei confronti degli altri competitor sul fronte dei servizi integrati convergenti. Ma la strada dell’apertura delle reti mobili era ormai tracciata.
Dario Bonacina