Di codici a barre impregnati di tecnologia si parla da lungo tempo , ma l’idea nipponica, quella dietro VoiceQR , agli osservatori sembra avere ormai i numeri per sfondare. Il suo obiettivo è tirar fuori da un codice a barre un messaggio vocale che possa essere riprodotto con un cellulare: nulla di nuovissimo ma funziona, e la cosa piace.
Basterà impiegare un telefonino dotato dell’apposito software , far “leggere” alla sua telecamera il codice a barre et voilà , il messaggio vocale – anziché essere solo trasferito nel cellulare – è riprodotto a voce .
Per il momento, le frasi provate sono poche: “Salve”, oppure “Grazie per il tuo bel lavoro”. Questi, almeno, gli esempi reperibili sul sito della casa.
Ma quanto spazio offre un codice a barre per svolgere tale compito? Poco: solo due secondi . Eppure in due secondi si possono fare dire tante cose. C’è chi ipotizza l’invasione di jingle multimediali provenienti da poster, libri e imballi. C’è anche chi ne vede un impiego umanitario, come ricordare ai distratti di assumere medicinali.
Restano anche da convincere i costruttori di cellulari: perché il giochino abbia successo devono installare nei loro modelli il software in grado di decodificare e leggere il codice. Al momento, a prevederlo sono solo sette costruttori, almeno di quelli operativi sul mercato giapponese.
C’è anche un generatore online, sul quale è possibile digitare una URL, una frase (massimo 250 caratteri), un numero telefonico o un SMS: genera automaticamente l’apposito codice. Per provare l’ebbrezza della frasina, basta utilizzare il codice riprodotto in questa pagina. Cosa dicono quei due secondi? Sia sufficiente dire che sono in italiano.
Marco Valerio Principato
( fonte immagini )