Anche il Governo cede ufficialmente alla tentazione di utilizzare l’intelligenza artificiale. Abbiamo già parlato della volontà di sfruttare l’IA per combattere l’evasione fiscale, ma ora da volontà sta per trasformarsi in azione: arriva infatti la convenzione triennale tra Mef e Agenzia delle Entrate 2023-2025 per usare gli algoritmi al fine di contrastare i furbetti del fisco. Si parla, potenzialmente, di 18,1 miliardi di euro di incassi nel 2023 grazie proprio all’uso degli algoritmi.
L’IA per combattere l’evasione fiscale: il piano del Governo
Secondo quanto ripreso anche dal Corriere Comunicazioni, la svolta digitale dell’Agenzia delle Entrate passa per l’IA e la collaborazione con GdF e ADM, che potenzieranno le attività di analisi del rischio con l’obiettivo di contrastare l’evasione in modo mirato. In più, non mancheranno strumenti di cooperazione internazionale per contrastare l’evasione internazionale, l’illecita detenzione di patrimoni al di fuori dell’Italia, le residenze fittizie all’estero e movimenti transfrontalieri che indicano a potenziali comportamenti fiscali illeciti.
Dalla Convenzione riprendiamo quanto segue: “L’Agenzia monitorerà, inoltre, il comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificare nel tempo il loro grado di propensione all’adempimento e, più in generale, per valutare il livello di fedeltà fiscale; sarà incrementata la capacità operativa nell’ottica di favorire il miglioramento della qualità dei controlli, attraverso nuovi strumenti e progetti di analisi avanzata dei dati, l’applicazione di tecniche come l’intelligenza artificiale, il machine learning e il text mining”.
In definitiva, si parla di un aumento degli incassi a 19,3 miliardi nel 2024 e 19,6 miliardi nel 2025 proprio grazie all’IA, strumento che con il passare dei mesi si rivelerà indubbiamente sempre più efficace.