L’IA non viene usata solo per generare ricette sorprendenti, creare testi creativi o addirittura realizzare brani musicali da zero. I casi d’uso, ormai lo sappiamo bene, sono innumerevoli e sempre più intriganti. In alcuni casi, l’intelligenza artificiale ha tutte le carte in regola per rivelarsi la soluzione definitiva a una moltitudine di problemi, compresi quelli relativi al cambiamento climatico.
L’aumento della frequenza e della gravità degli eventi meteorologici estremi si è fatto sentire in tutta Italia questa estate, con tempeste dalla Lombardia al Friuli-Venezia Giulia, passando per l’alluvione in Emilia-Romagna. La situazione è a dir poco critica e porta ovviamente a criticità anche nelle industrie agroalimentare, energetica e nella manifattura. Ciononostante, l’IA fa ben sperare gli esperti, in quanto potrebbe fornire piani per contrastare il cambiamento climatico e velocizzare la transizione verde.
I sondaggi su IA e cambiamento climatico
Per procedere con l’analisi del rapporto tra intelligenza artificiale e la lotta al climate change ci avvaliamo anzitutto di alcune notevoli statistiche dal BCG Climate AI Survey del 2022. I numeri parlano chiaro: l’87% degli amministratori delegati di aziende pubbliche e private con potere decisionale nel settore delle IA ritengono che gli algoritmi diventeranno “essenziali” nella lotta contro il cambiamento climatico. Si parla soprattutto della misurazione e riduzione delle emissioni (57%), della previsione dei pericoli correlati al fenomeno (44%), della gestione delle vulnerabilità (42%) e della facilitazione della ricerca scientifica e istruzione (28%).
In aggiunta, il 43% delle organizzazioni afferma di avere una visione per l’utilizzo dell’IA nei propri sforzi per il cambiamento climatico. Gli Stati Uniti risultano al primo posto per interesse alla ricerca di strumenti IA, o di software per analisi di dati ed algoritmi di apprendimento automatico.
Le tipologie di utilizzo
BCG ci fornisce già una panoramica dei potenziali contesti nei quali l’IA può intervenire per combattere il cambiamento climatico, rispettando proprio i parametri citati in precedenza. Come potete vedere dall’infografica soprastante, l’intelligenza artificiale può rivelarsi essenziale per misurazioni macro e micro, o per migliorare l’efficienza energetica delle tecnologie già in utilizzo.
In ottica adattamento e risposta ai pericoli, l’IA può fornire proiezioni dettagliate sul lungo termine a livello internazionale, prevedendo l’innalzamento del livello del mare o l’aumento di alluvioni e incendi. La preparazione di sistemi per avvertire la popolazione prima che avvengano eventi estremi, dunque, può godere del supporto degli algoritmi. In un futuro imminente, magari, anche il nostro sistema IT-Alert per gli allarmi pubblici potrebbe sfruttare proprio l’intelligenza artificiale per facilitare le previsioni alla Protezione Civile.
Per non parlare poi della gestione delle crisi internazionali, del rafforzamento delle infrastrutture o della preservazione della biodiversità. Infine, l’IA sarà cruciale affinché la società si evolva affrontando un cambiamento dell’economia causato proprio dal cambiamento climatico, ottimizzando i processi produttivi, di decision making e la nascita di ecosistemi collaborativi a livello internazionale.
Supportare la società
L’adozione su larga scala delle soluzioni IA deve avvenire velocemente, ma anche con cautela, in quanto dovranno essere progettate nell’ottica di semplificare il loro utilizzo e facilitarne l’accesso, offrendo vantaggi tangibili alla popolazione e fornendo istruzioni chiare per guidare gli utenti. Per questa ragione, prima ancora di procedere con lo sviluppo di algoritmi e strumenti basati su IA serve una condivisione delle conoscenze sulle best practice e sulle applicazioni più promettenti. Ne consegue, allora, che servono più risorse e reti più performanti specialmente nel sud del mondo.
Oltretutto, le soluzioni di successo richiedono una scalabilità non indifferente. Alla base deve esserci personale specializzato, o comunque addetti ai lavori riqualificati al fine di usufruire e interpretare le soluzioni IA nel modo più efficace anche nei contesti più critici. Ergo, serve una maggiore inclusività per poi agire nell’ottica del progresso internazionale coordinato.
Dulcis in fundo, la complessità e i rischi legati alle IA rendono necessario un framework che responsabilizzi il pubblico, non solo i cittadini ma anche le aziende del settore e i governi. AI for the Planet Alliance ha già lanciato l’invito a presentare stratagemmi di ultima generazione per promuovere l’innovazione nell’applicazione dell’IA per affrontare la sfida climatica, ma non basta l’impegno dell’UNESCO e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (OICT), che fanno parte dell’alleanza multidisciplinare.
Gli impegni attuali
In definitiva, le prerogative attuali sono le seguenti:
- Migliorare la comprensione del mondo, della natura e di come il cambiamento climatico sta cambiando le nostre vite
- Educare la popolazione sui nuovi metodi per osservare i fenomeni ambientali e affrontarli
- Migliorare il processo di decision making al fine di sfruttare adeguatamente le risorse naturali
- Agire per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti del cambiamento climatico
L’intelligenza artificiale è e sarà un abilitatore critico, ma potrebbe richiedere diverso tempo per sfruttare a pieno il suo potenziale e accelerare la corsa contro il cambiamento climatico. Il futuro può essere più sicuro, specialmente man mano che gli effetti negativi diventano più diffusi e gravi. Servono investimenti, serve supporto dalle aziende e dai governi. L’avvenire è più sereno anche per i giganti del settore, ora che l’IA sta godendo della spinta data dagli algoritmi generativi. Ciononostante, bisogna rimanere sempre all’erta.