Circa la metà degli statunitensi ritiene che il massiccio impiego dell’intelligenza artificiale possa favorire il fenomeno della disinformazione e tradursi in un impatto sulle elezioni che, nell’autunno 2024, decideranno il prossimo inquilino della Casa Bianca. Ad affermarlo è un sondaggio condotto da Axios che mette in relazione l’IA e le Presidenziali USA.
USA 2024: l’impatto dell’IA sulle elezioni
Di fatto, i cittadino d’oltreoceano sembrano concordare con le perplessità sollevate da alcuni autorevoli addetti ai lavori come Michael Schwarz (Corporate Vice President e Chief Economist di Microsoft) e Sam Altman (CEO e co-fondatore di OpenAI), anche alla luce di quanto già avvenuto. È cosa nota, ad esempio, l’impiego dei deepfake da parte dell’entourage di Ron DeSantis e di un filmato creato ad hoc dal Republican National Committee per la campagna Beat Biden.
Stando a quanto emerso, il 21% di chi si attribuisce l’etichetta di liberale afferma di aver fatto ricorso a sistemi di intelligenza artificiale generativa nell’ambito del proprio lavoro o con finalità educative. Una quota sensibilmente maggiore rispetto all’11% dei moderati e al 12% dei conservatori. Tra coloro che hanno risposto positivamente alla domanda, il 64% considera gli algoritmi in grado di produrre un contenuto dalla qualità migliore rispetto a quello che avrebbero saputo fare da sé.
Un ultimo dato, ma non meno interessante. Prendendo in considerazione chi afferma di aver perso fiducia nei risultati elettorali in conseguenza all’impiego dell’IA, nel 2020 il 47% ha votato per Trump e il 27% per Biden.
Il sondaggio è stato condotto nella prima metà del mese di agosto, su un campione composto da 2.203 cittadini statunitensi adulti. La maggior parte di loro ritiene che l’umanità perderà il controllo sull’intelligenza artificiale entro i prossimi 25 anni.
Anche nelle aule della politica italiana si è iniziato a discutere del tema. Il primo a proporlo è stato il senatore Marco Lombardo di Azione, leggendo ai colleghi un intervento interamente generato da ChatGPT.