Come per ogni altra innovazione dirompente, anche quella legata allo sviluppo di strumenti avanzati nell’ambito dell’IA generativa ha portato a galla una sorta di gap legislativo, un vuoto normativo che ora è necessario colmare. Il vecchio continente ha già dimostrato la volontà di farlo, in tempistiche ragionevoli, ribadendolo ora con un primo accordo provvisorio in merito alla definizione di regole che, nelle intenzioni, andranno a sciogliere ogni dubbio in merito alla gestione del copyright. Una questione tanto spinosa quanto delicata.
Copyright e IA generativa: l’UE vuole regole chiare
In una bozza del testo si legge che le realtà impegnate su questo fronte (ad esempio OpenAI con ChatGPT oppure i responsabili del progetto Midjourney) dovranno rendere noto l’impiego di ogni materiale protetto da diritto d’autore nella fase di realizzazione e addestramento dei propri sistemi. Riportiamo di seguito in forma tradotta la dichiarazione di Svenja Hahn, deputato tedesco del Parlamento Europeo, che fa esplicito riferimento a un compromesso
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Contro i desideri conservatori per una maggiore sorveglianza e le fantasie di sinistra per un’eccessiva regolamentazione, il Parlamento ha trovato un solido compromesso per normare l’IA in modo proporzionato, proteggendo i diritti dei cittadini, promuovendo l’innovazione e favorendo l’economia.
Stando a quanto appreso da Reuters, l’intento era in origine quello di impedire a priori l’utilizzo di contenuti protetti da copyright durante lo sviluppo e il perfezionamento degli algoritmi. Una strada abbandonata però nelle ultime settimane, in favore di un approccio meno rigido, ma stabilendo severi requisiti in termini di trasparenza. Insomma, non vietare, ma obbligare comunicare l’adozione della pratica.
Come scritto in precedenza, si tratta al momento di una proposta, che dovrà essere sottoposta al vaglio dei legislatori e degli stati membri. Non è da escludere che la discussione possa portare a ulteriori modifiche, più o meno radicali, prima di che l’iter giunga a completarsi.
Ricordiamo infine che anche la Commissione Europea è da quasi due anni al lavoro sul cosiddetto AI Act, con l’obiettivo di stabilire paletti e regole da imporre nel territorio dell’intelligenza artificiale, così da evitare (o prevenire) abusi e distorsioni. Rimandiamo all’approfondimento dedicato pubblicato su queste pagine nell’aprile 2021.