Analizzare il tema delle IA e comprendere il legame tra intelligenza artificiale e altri settori è tutt’altro che semplice, specialmente se non si conoscono le potenzialità effettive delle applicazioni e i loro casi d’uso. ChatGPT, Bing Chat e Google Bard sono solo la punta di un monumentale e complesso iceberg tecnologico difficile da osservare in ogni suo angolo. In precedenza abbiamo cercando di illustrare, ad esempio, il futuro della sanità con le IA. O ancora, abbiamo intrapreso un tortuoso viaggio nel rapporto tra musica e intelligenza artificiale.
Si tratta tuttavia di una manciata di contesti che hanno un impatto su creator, artisti, medici, ricercatori e personale specializzato. Osservando le IA nel loro insieme è impossibile non riuscire a notare anche le situazioni più mondane, che riguardano la popolazione sin dalla tenera età. Stiamo parlando dell’educazione, settore il cui processo potrebbe mutare sensibilmente con l’avvenire di soluzioni più avanzate e complete. Gli insegnanti e gli studenti come possono interfacciarsi all’IA; o meglio, come devono sfruttarla evitando di incorrere nei nuovi rischi che essa porta con sé?
IA e educazione: una percezione complessa
Per individuare le criticità e le opportunità dell’intelligenza artificiale nell’istruzione bisogna guardare all’approccio attuale dell’insegnamento, anche a livello universitario, e i modi in cui gli algoritmi potrebbero mutare (in positivo e in negativo) l’intero processo educativo. Naturalmente, i primi “indiziati” sono i chatbot più usati al mondo che abbiamo citato in apertura.
L’utilizzo di ChatGPT et similia da parte degli studenti è già oggetto di critiche e controversie a livello internazionale. Milioni di giovani hanno sfruttato l’IA generativa per scrivere essay e completare ricerche senza effettivamente dedicarsi allo studio. Il risultato? Docenti che condannano l’intelligenza artificiale in quanto non contribuisce positivamente all’apprendimento. Ma è davvero così?
Oltre a ChatGPT esistono altri strumenti sofisticati, gratuiti ed eccezionali: è il caso di plugin come Presentation Translator di Microsoft per PowerPoint, che crea sottotitoli in tempo reale per ciò che l’insegnante sta dicendo durante una videoconferenza. Una soluzione tanto semplice quanto essenziale, vista anche in Microsoft Teams e altre piattaforme, per consentire a chiunque di frequentare la scuola, anche a distanza, senza perdere un giorno di lezione.
Ma non è l’unico progetto basato sull’IA che può rivoluzionare la didattica, a distanza e in presenza.
Ottimizzare l’insegnamento
Oltre alle applicazioni pratiche per la lettura e analisi di manuali, per la scrittura di ricerche, saggi brevi, stringhe di codice e altro ancora, l’IA può diventare parte integrante dell’intero sistema scolastico. Ad esempio, l’e-scheduling e l’analisi predittiva possono risultare cruciali al fine di studiare le abitudini di insegnanti e studenti in tempo reale, fornendo programmi di studio appropriati alla singola classe. O ancora, si possono sfoltire le classi per rendere la loro composizione più variegata, evitando il sovraffollamento e migliorando le interazioni tra gli studenti stessi.
Grazie all’intelligenza artificiale è possibile cambiare il processo educativo rendendolo più attuale, abbandonando caratteristiche e strumenti obsoleti a favore di sistemi più potenti e adatti alle ultime generazioni. A beneficiarne saranno tanto gli allievi quanto gli insegnanti, che potrebbero dedicarsi più all’instaurazione di rapporti degni di una “comunità”, più produttivi e ideali per lasciare spazio alla creatività dei giovani, e non solo.
Lasciando all’intelligenza artificiale gli aspetti meramente tecnici e meccanici dell’apprendimento, il potenziale di infrangere le barriere tra docenti e studenti è evidente e va sfruttato il prima possibile. Senza perdere di vista l’evoluzione delle IA e senza lasciarsi andare alla ricchezza di tali strumenti, bisogna rimanere sempre aggiornati, seguire di pari passo lo sforzo da parte di Big Tech e start-up, e adottare soluzioni più aggiornate rispetto alla tradizione.
Verso una scuola più “smart”
Come affermato da Ivan Ferrero, psicologo delle nuove tecnologie, nelle scuole l’IA può contribuire all’apprendimento veloce e semplificato, ma pur sempre completo, di argomenti complessi come diritto, economia, medicina e informatica. Trasformando l’istruzione per renderla più “intelligente” si può imparare in un modo più interattivo, adattivo, adeguato alle capacità di apprendimento individuali e fornendo lezioni personalizzate a ciascuno studente.
Non solo l’IA può supportare il docente, aiutandolo a diagnosticare i punti di forza e di debolezza dei loro allievi, ma anche aiutare questi ultimi a ottenere il massimo dallo studio. Magari l’intelligenza artificiale può rendere quest’ultimo più intuitivo, divertente, meno noioso e demoralizzante. In altri termini, da ambedue le parti coinvolte l’IA si configura come un assistente e non come un sostituto dell’insegnante, tantomeno come un’alternativa esclusiva ai metodi di apprendimento “classici”.
La ristrutturazione supportata dall’IA può avvenire in vari modi, anche a seconda delle tradizioni e del modus operandi degli istituti di tutto il mondo. Ogni Paese applicherà le sue modifiche, ricercando uno standard positivo da applicare a livello internazionale, condito tuttavia da modifiche concepite ad hoc sulla base dei contesti locali e nazionali.
Non bisogna rifiutare l’evoluzione della tecnologia come guida per l’avvenire dell’istruzione. Anzi, bisogna comprenderne i rischi e infine abbracciarla, valorizzando le opportunità che porta agli esseri umani, i quali solo in questo modo possono eccellere in ciò che l’IA non sa fare.