Nell’anno dominato dal trend dell’intelligenza artificiale, era quasi inevitabile che l’IA arrivasse anche alle Olimpiadi. E così è stato. Ciò che sta accadendo ai giochi di Parigi 2024, su questo fronte, è interessante non tanto per analizzare le singole tecnologie impiegate, la loro efficacia o i punti deboli mostrati, quanto per capire quale sia l’impatto concreto dei differenti approcci adottati negli Stati Uniti e in Europa.
Olimpiadi e IA: a Parigi 2024 il punto di svolta
Un esempio su tutti. Oltreoceano, NBCUniversal ha scelto di affidarsi agli algoritmi per trasmettere le gare accompagnate dal racconto di una voce generata interamente dagli algoritmi, riproducendo quella di un commentatore storico, Al Michaels, quello del miracolo sul ghiaccio del 1980.
Nel vecchio continente, invece, Warner Bros ha ritenuto di non fare altrettanto per le dirette sulle piattaforme Max e Discovery+, ritenendo la tecnologia ancora acerba per il compito da svolgere. Una conclusione a cui il gruppo è giunto dopo aver messo alla prova i sistemi forniti da alcune realtà del settore. Queste le parole di Scott Young (Senior Vice President della divisione Sports Europe).
In ogni parte delle demo, è sembrato che potessero tradurre le parole in modo corretto, ma senza poter trasmettere o raccontare le emozioni.
Non è da escludere che la decisione sia stata presa anche considerando le regole più stringenti stabilite dal legislatore da questa parte dell’oceano, dove proprio tra pochi giorni (a partite da giovedì 1 agosto) entrerà definitivamente in vigore l’AI Act, attraverso un’applicazione graduale.
Insomma, l’IA alle Olimpiadi di Parigi 2024 c’è, ma ancora non ha assunto un ruolo preponderante. C’è chi prevede che le cose possano cambiare con i giochi del 2028 che andranno in scena a Los Angeles. Dopotutto, ci sono altri quattro anni a disposizione per evolvere i sistemi e, considerando i progressi ottenuti nel corso dell’ultimo biennio, potremmo aspettarci di tutto.