In onda fra cinque, quattro, tre, due… Silenzio in studio, la luce rossa della telecamera di accende, sullo schermo più grande della regia il primo piano del conduttore che dà il benvenuto agli spettatori e inizia a leggere i titoli delle notizie principali. Una prassi rodata, consolidata da anni e anni di trasmissioni, perfezionata del tempo e resa obsoleta dall’intelligenza artificiale.
Xinhua e il conduttore che non esiste
Un’introduzione dai toni volutamente forzati, ma utile per capire in che direzione sta puntando la Cina nell’immaginare nuove modalità di diffusione delle informazioni. Xinhua (in italiano Agenzia Nuova Cina), la più longeva e influente agenzia stampa della PRC, ha presentato alla World Internet Conference di Wuzhen il suo primo anchorman virtuale. In realtà sono due: uno per il pubblico in lingua inglese e l’altro per quello locale. Un progetto che suscita sensazioni alla Black Mirror (ci torna alla mente l’ascesa politica di Waldo nella seconda stagione). Il risultato nel video in streaming di seguito.
Per la realizzazione del conduttore si è iniziato dal campionamento di immagini ottenute registrando un anchorman in carne e ossa, con gli algoritmi dell’IA che intervengono andando a modificare le espressioni del volto e il movimento del labiale in base al testo da leggere. La tecnologia ricorda da vicino Synthesizing Obama, il sistema messo a punto dai ricercatori della Università di Washington che partendo dalle registrazioni audio dei discorsi dell’ex presidente USA è in grado, da essi, di generare filmati coerenti con quanto pronunciato. Di seguito una delle notizie trasmesse che racconta dei progetti cinesi legati alla conquista di Marte.
Secondo Xinhua l’iniziativa non ha altro fine se non quello di ottimizzare costi e risorse: il suo AI Anchor è operativo 24/7, non commette strafalcioni e un intervento video da trasmettere in TV, sul Web o sui social può essere generato in tempi incredibilmente ridotti, semplicemente dando il testo della news in pasto al software. Ad oggi, ponendo attenzione ad alcuni dettagli nelle animazioni del viso e al tono sintetico della voce, non è difficile identificarne la natura digitale, ma la rapida evoluzione delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale potrà arrivare in un futuro non troppo lontano a renderlo pressoché indistinguibile da un collega reale.
Qualcuno potrebbe storcere il naso per la possibilità di sfruttare un simile approccio con l’intento di diffondere informazioni false o contraffatte, influenzando così l’opinione pubblica, ma basta soffermarsi un momento per pensare che già oggi le agenzie che si pongono un obiettivo di questo tipo possono farlo incaricando un conduttore in carne e ossa. Non ci stupiremmo di vedere iniziative simili presto replicate altrove, anche al di fuori dei confini cinesi.