Nelle scorse giornate abbiamo parlato più volte dell’intelligenza artificiale, del suo futuro e delle ripercussioni del suo utilizzo. Ad esempio, abbiamo scoperto grazie a un’analisi di Goldman Sachs i lavori che svaniranno a causa dell’IA, e quelli che dovrebbero rimanere illesi dalla sua evoluzione.
Grazie all’avvocato Rocco Panetta e a Corriere Comunicazioni, però, possiamo scoprire anche alcuni dettagli aggiuntivi in merito all’attuale scenario internazionale. Nello specifico, potrebbe nascere una linea comune UE-USA per la protezione dei dati degli utenti e il loro utilizzo.
Il futuro dei dati in mano alle IA
Nel contesto dello Iapp Global Privacy Summit innumerevoli professionisti da tutto il mondo si stanno confrontando in merito all’uso e alla protezione dei dati durante l’uso delle IA. Mentre gli USA continuano a discutere con l’ausilio degli esperti, spesso puntando il mirino contro i colossi della tecnologia, il Parlamento europeo sta cercando un accordo per stilare il testo finale dell’AI Act, al fine di regolamentare gli strumenti basati su IA dopo un’attenta valutazione dell’impatto sui diritti fondamentali.
Le aziende, in attesa dell’ufficializzazione dell’AI Act – che dovrebbe avvenire entro fine 2023 – stanno già agendo al fine di prevedere già le sue ripercussioni sul loro operato, stabilendo al contempo politiche di governance interne.
Rispetto agli Stati Uniti, con ogni probabilità sarà l’Unione Europea a “mettere i bastoni tra le ruote” al progresso dell’intelligenza artificiale: il blocco di ChatGPT in Italia potrebbe essere solo il primo di una serie di interventi da parte dei Paesi membri dell’Unione, oppure da parte del legislatore europeo. Ancora una volta il GDPR potrebbe colpire il settore, chiedendo maggiore trasparenza per gli algoritmi e i risultati pubblicati dall’IA.
Nel caso specifico del Belpaese, il Garante già da tempo ha indetto un bando per la ricerca di esperti IA, con ogni probabilità per dare vita a una nuova autorità nazionale.
Insomma, è chiaro che la protezione dei dati sarà cruciale nella definizione del futuro delle intelligenze artificiali. L’avvenire è però ancora incerto e, come già abbiamo visto con ChatGPT in Italia, le sorprese sono dietro l’angolo.