IBM scommette sulla città di Bari per creare un nuovo polo di eccellenza per il mondo dell’innovazione. L’iniziativa pone il proprio baricentro su We|LAB , un progetto portato avanti in collaborazione con Politecnico e Università di Bari, nonché con il sostegno di alcune realtà imprenditoriali locali.
We/LAB, un ponte tra Università e impresa
Così IBM presenta l’iniziativa:
Il We|LAB di IBM è un nuovo laboratorio che si configura come polo di eccellenza, di valenza internazionale, focalizzato su competenze di Artificial Intelligence e Cloud, al servizio dell’intero ecosistema, nel quale l’azienda e i suoi partner locali aiuteranno i giovani nello sviluppo delle nuove competenze, avvicinandoli alle necessità delle imprese impegnate nei progetti di trasformazione digitale .
Il gruppo che ha fondato il proprio impegno nell’ Intelligenza Artificiale partendo da Watson , quindi, ora porta in Italia le proprie ambizioni in collaborazione con le Università e con il fine di costruire un ponte di mutuo vantaggio per scoprire e coltivare talenti. La partnership consentirà infatti agli studenti dell’ultimo anno di poter svolgere stage curriculari e corsi di formazione sulla tecnologia IBM, ottenendo in cambio crediti formativi. Un ponte in tutto e per tutto dal mondo della formazione a quello della professione, con IBM che getta l’amo tra le aule dell’ateneo pugliese alla ricerca dei migliori profili (e per metterli immediatamente in contatto con le tecnologie del gruppo).
“L’approccio è di tipo pratico”, spiega IBM, “perché i ragazzi, attraverso modelli non convenzionali come il design thinking e la co-creation , si misureranno con le sfide portate da concreti casi aziendali e dalla prototipazione delle idee che ne nasceranno”.
Il WeLAB aiuterà i giovani nello sviluppo delle nuove competenze, avvicinandoli alle necessità delle imprese impegnate nei progetti di trasformazione digitale. Per questa via, con il collante della tecnologia, si tiene vivo un circolo virtuoso di cooperazione tra le parti con cui sostenere lo sviluppo di un’innovazione aperta e di un’economia della conoscenza.
Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia
We|LAB (“il laboratorio in cui pensare e creare in modo unconventional”) è in essere dal mese di marzo e ha già all’attivo un progetto legato al controllo della filiera dell’extravergine di oliva tramite Blockchain, ma gli interessi si estendono ad una molteplicità di ambiti ulteriori. Per definizione si tratta di una piattaforma di incontro tra studenti e aziende , cercando di creare un terreno comune di sviluppo basato sulla tecnologia. Sul fronte della ” employment focused education ” IBM è attiva ormai da molti anni con varie iniziative avviate negli Stati Uniti, ma la nuova idea focalizzata su Bari è ora una notizia importante soprattutto per il nostro paese.
L’Italia, ove i problemi del rapporto tra scuola e lavoro sono cronici e importanti, ha visto la nascita di una startup come Uniwhere per colmare quel gap nel quale troppi studenti perdono il filo con il proprio futuro (e le aziende perdono importanti opportunità): l’investimento di IBM sui talenti italiani è qualcosa di cui il paese ha bisogno e del quale in primis il contesto barese potrà giovarsi.
Aspettando ovviamente che anche altre aziende ed altri atenei possano abbracciare progetti di questo tipo.