IBM apre l'era dei chip a 2 nanometri

IBM apre l'era dei chip a 2 nanometri

IBM annuncia la produzione dei primi chip a 2nm, tecnologia che consentirà un grande passo avanti nella potenza di calcolo e nei consumi dei device.
IBM apre l'era dei chip a 2 nanometri
IBM annuncia la produzione dei primi chip a 2nm, tecnologia che consentirà un grande passo avanti nella potenza di calcolo e nei consumi dei device.

Nel mezzo della crisi mondiale dei semiconduttori, IBM cala il jolly: il gruppo ha annunciato di aver prodotto il suo primo chip con tecnologia a 2 nanometri, qualcosa che alza ulteriormente le ambizioni del settore all’inseguimento di quella Legge di Moore ormai invocata più come visione che non come reale parabola di sviluppo del comparto.

IBM sfonda quota 2nm

Le promesse di IBM sono di altissima portata, tali da prefigurare una nuova ennesima rivoluzione:

  • quadruplicare la durata delle batterie degli smartphone
    ciò permetterà di sviluppare nuovi concept, di introdurre batterie di minor capacità o di ricaricare il dispositivo un paio di volte a settimana appena;
  • abbattere i consumi dei data center
    non solo ciò ne abbatterebbe i costi, non solo ciò significherebbe una nuova propulsione al cloud, ma significherebbe altresì un enorme passo avanti nell’impatto ambientale dei server. Rispetto ai 7nm ci si attende consumi ridotti del 75%;
  • aumentare drasticamente la potenza di calcolo di un laptop
    maggior potenza di calcolo in ogni singolo device significa capacità di molto superiori, che andrebbero probabilmente ad accompagnarsi con una reingegnerizzazione complessiva dei dispositivi per trovare nuovi equilibri tra le componenti e nuove soluzioni software per sfruttare queste capacità. Rispetto ai chip a 7nm, in particolare, ci si attendono performance migliori del 45%;
  • moltiplicare la reattività
    chip simili possono fare la differenza nella guida autonoma perché si moltiplica la rapidità nel riconoscimento degli oggetti e quindi la reattività del veicolo al cospetto di eventuali ostacoli.

Tutto ciò è possibile grazie alla capacità di portare 50 miliardi di transistor in un chip delle dimensioni di un’unghia: in questa immagine si racchiude la potenza dell’annuncio odierno di IBM.

https://www.youtube.com/watch?v=HD5KbeR5mtc

La ricerca apre dunque nuove prospettive al comparto proprio nel suo momento di maggior difficoltà, quando la carenza delle componenti rischia di rallentare la crescita economica nonostante la progressiva uscita dalla pandemia. Questa nuova frontiera apre invece a potenzialità ora tutte da esplorare, che cambieranno giocoforza i dispositivi oggi sul mercato aprendo a nuovi form factor e nuove specifiche.

Fonte: IBM
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Pubblicato il
6 mag 2021
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