Stando a quanto sostiene IBM , nel prossimo futuro i computer quantistici si trasformeranno in qualcosa di concreto grazie a un due sviluppi di importanza fondamentale raggiunti dalla corporation. Le prospettive, dice ancora Big Blue, sono entusiasmanti soprattutto per i problemi scientifici non risolvibili dalla “tradizionale” tecnologia informatica a base di bit discreti e silicio.
Il primo importante progresso tecnologico descritto da IBM consiste nella capacità di identificare, allo stesso tempo, entrambi i tipi di errori generati dai sistemi basati su qubit ( bit-flip e phase-flip ), mentre fino a ora era stato possibile riconoscere solo un solo tipo di errore alla volta.
Come già Google ha evidenziato con lo sviluppo dell’ algoritmo di quantum error correction (QEC), l’identificazione degli errori negli stati di “superposizione” dei qubit è una caratteristica indispensabile per la realizzazione pratica di un computer quantistico capace di eseguire calcoli.
Il risultato raggiunto da IBM si deve all’impiego di un nuovo design di circuito “quantistico”, vale a dire il secondo passo critico verso il quantum computing citato all’inizio: Big Blue ha adottato una configurazione a griglia di quattro qubit superconduttori, realizzando un chip grande un quarto di pollice che è appunto servito a riconoscere gli errori di tipo bit-flip e phase-flip in contemporanea.
Secondo la visione di IBM, il quantum computing ha la potenzialità di essere una tecnologia “trasformativa”: oltre alla crittografia, ambito in cui i calcoli quantistici sono attualmente relegati, i computer concreti a base di qubit potranno “risolvere problemi nella fisica e nella chimica elementare che oggi sono irrisolvibili”. Da qui alla realizzazione di medicinali di nuova concezione, esemplifica Big Blue, il passo è breve.
Alfonso Maruccia