IBM ha annunciato un nuovo importante passo avanti verso l’era del Quantum Computing. Dietro il nome “Eagle” si materializza infatti il primo processore quantistico a 127 qubit che supera definitivamente la potenzia di calcolo simulabile con gli attuali computer. Eagle volerà dunque in solitaria, più in alto di qualsiasi altro supercomputer, rappresentando secondo IBM “l’ultimo anello della catena verso il Quantum Advantage“.
Eagle vola a 127 qubit di altezza
Per avere una stima ideale di ciò che rappresenti la potenza di calcolo posta in essere, “il numero di bit classici necessari per rappresentare uno stato sul processore a 127 qubit supera il numero totale di atomi che compongono gli oltre 7,5 miliardi di persone presenti sulla Terra“. L’importanza di un passo di questo tipo non è soltanto in termini di “forza bruta”, ma proietta idealmente il computing verso nuove missioni e nuove ambizioni. Spiega IBM in occasione del Quantum Summit 2021:
L’aumento del numero di qubit permetterà agli utenti di esplorare problemi a un nuovo livello di complessità quando intraprendono esperimenti ed eseguono applicazioni, come l’ottimizzazione dell’apprendimento automatico o la modellazione di nuove molecole e materiali da utilizzare in settori che vanno dall’industria energetica al processo di scoperta di nuovi farmaci. “Eagle” è il primo processore quantistico IBM la cui scala rende impossibile una simulazione affidabile da parte di un computer classico.
Non finisce qui chiaramente: dopo l’Hummingbird del 2020 (65 qubit) e l’attuale Eagle (127 qubit) verranno Osprey nel 2022 (433 qubit) e quindi Condor nel 2023 (1121 qubit). La marcia intrapresa è insomma tale da indicare una vera e propria rivoluzione in atto: a 50 anni esatti dal chip 4004 di Intel, IBM sembra voler indicare l’inizio di un nuovo ciclo destinato non ad evolvere la precedente rivoluzione informatica, ma a scriverne una nuova del tutto.
Tutti i dettagli tecnici sul nuovo traguardo IBM sono sull’apposito sito dedicato al nuovo processore.