Il duello tra intelletto umano e potenza di calcolo artificiale è appena cominciato . Watson, il supercomputer realizzato da IBM, è pronto ad affrontare i campioni del famoso telequiz statunitense Jeopardy, Ken Jennings e Brad Rutter, nel contesto di una competizione unica nel suo genere che avrà luogo in tre future puntate dello show televisivo previste per il prossimo febbraio. I tre concorrenti si sfideranno per aggiudicarsi il primo premio di un milione di dollari, i 300mila del secondo e i 200mila del terzo.
I pronostici della vigilia sembrano essere tutti a favore della mente artificiale creata da Big Blue . Sembra, infatti, che Watson abbia sconfitto facilmente i due avversari nel corso di una recente dimostrazione della gara , con grande soddisfazione per i suoi sviluppatori. La partecipazione a Jeopardy, infatti, rappresenta una tappa fondamentale nello sviluppo dell’intelligenza artificiale da parte di IBM ed è parte importante della celebrazione dei cento anni di vita di International Business Machines .
“Ci troviamo in un momento davvero speciale”, ha detto John E. Kelly III, vicepresidente dell’azienda e direttore del settore ricerca. “Siamo nell’era in cui i computer e le tecnologie informatiche si sono avvicinate agli esseri umani. Abbiamo creato un sistema di computer che presenta l’abilità di comprendere il linguaggio naturale degli uomini, operazione molto difficile da compiere per le macchine”.
Il passo in avanti compiuto da Watson consiste nella capacità di analizzare la lingua parlata , inclusi i detti, i giochi di parole e lo slang, per rispondere poi a domande complesse riguardanti l’assistenza sanitaria, il supporto tecnologico o l’analisi economica, sostiene David Ferrucci, capo ricercatore del progetto Watson.
Il modus operandi della macchina consiste nell’esame del linguaggio e nella comprensione della domanda attraverso l’opposizione di parole chiave e, successivamente, nella ricerca dei milioni di pezzi di informazioni immagazzinate per arrivare alla formulazione di una risposta specifica. “La parte forte di Watson consiste nel trovare la risposta corretta, elaborare la giusta sicurezza e fare tutto ciò abbastanza velocemente”, conclude Ferrucci.
Il supercomputer, che prende il nome dal leggendario presidente di IBM Thomas Watson, presenta un’intelligenza molto più evoluta rispetto a quella di Deep Blue , altro esemplare di cervello artificiale che, nel 1997, sfidò a scacchi il campione mondiale Garry Kasparov. La difficoltà più grande per gli scienziati, infatti, è stata proprio quella di insegnare alla macchina a individuare la differenza tra il linguaggio letterale e le espressioni metaforiche.
Qualsiasi sarà l’esito del match di Jeopardy, non c’è dubbio che i progressi compiuti nel campo dell’AI siano significativi. Michael Littman, ricercatore sull’apprendimento delle macchine presso la Rutgers University, afferma che anche se Watson non dovesse vincere la partita, il fatto di essersi avvicinato all’elaborazione mentale dei campioni del quiz rappresenta un traguardo impressionante: fino a ora, i computer hanno affrontato gli esseri umani solo in giochi come gli scacchi o backgammon, sfide che riducono le scelte logiche.
Se, invece, Watson dovesse trionfare, IBM ha deciso di devolvere l’intera vincita in beneficenza.
Cristina Sciannamblo