Metamondi per l’ufficio, realtà persistenti che risiedono su server, nelle quali si svolgono le ordinarie attività aziendali: IBM innalzerà una muraglia digitale e si ritaglierà una fetta di Second Life, svilupperà una realtà aziendale virtuale con la quale gestire la comunicazione, dove tenere riunioni a distanza. Un mondo virtuale che possa essere riproposto e rivenduto ad altre realtà business.
Big Blue è impegnata attivamente sia nello sviluppo di Second Life, sia nella vita virtuale oltre lo schermo :
sono 5mila gli impiegati di IBM che lavorano a progetti che attengono al metamondo o che si servono del metamondo per lavoro. L’esperienza di sviluppo e l’esperienza di fruizione di Second Life hanno convinto Big Blue ad investire nel campo per sviluppare delle soluzioni per il business, modelli implementabili da altre aziende.
Per questo motivo IBM ha stipulato un accordo con Linden Lab , l’azienda che tira le fila di Second Life: in una collaborazione che le vedrà impegnate fianco a fianco, Big Blue inizierà a ospitare sui propri server una porzione di Second Life Grid , la sezione della piattaforma destinata al business. Sarà un esperimento volto a dimostrare che la vita aziendale può fervere nel metamondo in tutta sicurezza, sarà un’occasione di valutare l’impatto che un ambiente virtuale tridimensionale avrà sui lavoratori.
La sperimentazione di IBM sarà focalizzata in primo luogo su riservatezza e stabilità della piattaforma : è questo il principale ostacolo che frena le aziende che meditano di esternalizzare delle attività nei metamondi, spiegano da IBM. Ma con la cooperazione con Linden Lab, Big Blue intende dimostrare che, sviluppando la propria metasede basandosi sugli standard di Second Life, le aziende potranno integrare senza alcuna difficoltà il metamondo contando sulle proprie infrastrutture aziendali , così da creare una sorta di intranet 3D completamente impenetrabile, le cui frontiere potranno essere varcate dai soli avatar autorizzati, a differenza della sede che IBM vanta in Second Life.
Almaden Island , l’isola di Second Life su cui Big Blue ha contato finora, impiegandola per studiare i modelli di business, per tenere conferenze ed organizzare incontri di lavoro, si posizionava in primo luogo come un elemento capace di caratterizzare l’immagine di IBM. Il metamondo aziendale, invece, si posizionerà piuttosto come uno strumento di comunicazione interna, come un luogo di addestramento: vi si potranno organizzare eventi e riunioni, le routine aziendali verranno trasferite e reinventate in uno spazio ludico, stimolante per i dipendenti e raggiungibile da ogni dove.
I dipendenti di IBM e delle aziende che sceglieranno di sviluppare il proprio metamondo online, potranno contare su un arsenale di strumenti capaci di supportare gli standard su cui si reggono i mondi online. Samsung ha mostrato un client per consentire ai propri utenti di tramutarsi in avatar e di agire nell’ambiente 3D anche in mobilità.
È questa una soluzione destinata agli utenti che vivono in bilico sul crinale tra vita ordinaria e vita nei metamondi, un target che sembra diventare sempre più ampio. Non si spiegherebbero altrimenti le iniziative di Paramount e di NCsoft, l’una che si propone di popolare i mondi virtuali di stralci di video di cui detiene i diritti, per trasformarli in un gioco di scatole cinesi di multimedialità, l’altra intenzionata a infarcire di product placement gli scenari urbani di City of Heroes.
Gaia Bottà