Armonk (USA) – Sul mercato delle suite per l’ufficio IBM ha perso la propria sfida con Microsoft molti anni fa, ma oggi sembra decisa a ripartire all’attacco con una rinnovata versione di Lotus Workplace , la 2.0, basata su di un framework client/server che è stato in buona parte riprogettato.
Come la versione precedente, Lotus Workplace gira su di un server Web e include, oltre alle tipiche applicazioni per la produttività – word processor, foglio elettronico e software per le presentazioni – un client di e-mail, un database, una soluzione di instant messaging, diverse funzionalità per la collaborazione e la condivisione di documenti, e un software per il Web content management.
In aggiunta alla possibilità di accedere alle applicazioni attraverso un browser Web, IBM ha introdotto nella nuova versione della suite un framework client-side che, secondo il colosso, consente di utilizzare Workplace in modo molto più simile a quanto si è abituati a fare con le suite che girano interamente sul client (come MS Office): ad esempio, l’utente può ora usare le applicazioni anche in modalità off-line e sincronizzare il proprio lavoro non appena riconnesso.
“Potrete avere la stessa flessibilità e le stesse funzionalità che tradizionalmente si trovano nelle applicazioni desktop ma con la maneggevolezza e i benefici in termini di costo tipicamente associati alle applicazioni Web-based”, spiega IBM sul proprio sito.
Secondo IBM, una suite in grado di girare interamente su server offre il vantaggio di poter essere amministrata e aggiornata in modo centralizzato, riducendo così i costi di manutenzione, e di poter essere utilizzata su varie piattaforme. Il software supporta Windows, Linux, Mac OS X e diversi dispositivi mobili, come PDA e smartphone.
Workplace 2.0 si basa su di un’architettura modulare che permette alle aziende di aggiungere componenti sviluppati da terze parti: ad esempio, PeopleSoft, Adobe e Siebel hanno già stipulato un accordo con Big Blue che le porterà a sviluppare versioni compatibili con Workplace 2.0 di alcune loro applicazioni per l’ufficio.
La licenza d’uso di Workplace costa 2 dollari al mese per utente, ma a questo prezzo va aggiunto quello di WebSphere o di un altro server di IBM, necessario per gestire e distribuire le applicazioni.
La mossa di IBM non si può considerare un attacco frontale a MS Office quanto, piuttosto, una strategia a medio o lungo termine attraverso cui Big Blue spera di accelerare quel processo di maturazione del mercato che vede le applicazioni per l’ufficio spostarsi lentamente nel back office, divenendo così servizi on demand accessibili attraverso una rete. Per il momento Workplace è dunque destinata a rimanere una suite di nicchia, ma tuttavia capace di porsi, sul mercato enterprise, come interessante alternativa ai prodotti stand-alone.