Washington (USA) – Portare la velocità che attualmente è disponibile sui più potenti calcolatori elettronici ad un livello infinitamente superiore a quello attuale: questo è quanto prevede un accordo di sviluppo appena annunciato dal gigante IBM e firmato con il potente ministero dell’Energia americano, che già dispone di alcuni dei supercomputer più veloci.
Alla base del nuovo progetto sarà la tecnologia IBM di “Blue Gene”, che sarà adattata per consentire al nuovo supermostro di richiedere meno energia per il suo funzionamento e di occupare minor spazio. Per ottenere questi risultati, IBM potrà contare anche sulla collaborazione attiva del Lawrence Livermore National Laboratory, uno dei più importanti centri di ricerca governativi americani.
Stando ad IBM , per la realizzazione del progettone Blue Gene/L verranno anche impiegati i sistemi autonomici , un settore di sviluppo nella ricerca di Big Blue tesa alla realizzazione di sistemi capaci di auto-mantenersi, auto-configurarsi e auto-curarsi in caso di problemi che emergano nel corso del funzionamento.
Ci vorranno quattro anni per vedere al lavoro il nuovo monster che stando ad IBM sarà capace di operare a 200 teraflop, in pratica a processare 200mila miliardi di operazioni al secondo. Secondo IBM una potenza di questo tipo supera di gran lunga quanto oggi è disponibile ed equivarrebbe addirittura alla potenza massima che potrebbero sprigionare tutti insieme i primi 500 supercomputer attivi nel mondo…
Sul lungo periodo, l’obiettivo è arrivare a Blue Gene/C , un supercomputer che nei progetti IBM dovrà essere in grado di raggiungere il petaflop, una velocità computazionale superiore di almeno cinque volte a Blue Gene/L.
Oggi il supercomputer più potente è utilizzato proprio dai Livermore Labs: si tratta di ASCII White, un sistema capace di “correre” a 12 teraflop.