Per incrementarne la competitività nei confronti dei sistemi basati su piattaforme X64, RISC e Itanium, IBM ha deciso di iniettare nei propri server Power di fascia mid-range una nuova dose di vitamine. Lo ha fatto raddoppiandone il numero massimo di core supportati, che ora è pari a 32 nel il modello Power 570 e 16 nel modello Power 560.
IBM ha raddoppiato il numero di core anche nei sistemi di fascia medio-bassa, il 550 e il 520, basati sul sistema operativo i6.1 (ex OS/400 e i5/OS): questi server sono ora in grado di supportare, rispettivamente, un massimo di 8 e 4 core, colmando così il gap con le macchine basate su AIX e Linux introdotte da IBM lo scorso aprile.
Oltre a giocare al raddoppio con i core di calcolo, Big Blue ha nel contempo portato il suo processorone Power6 da 5 GHz sul box Power 570: fino ad oggi questo chip, il più veloce attualmente prodotto da Big Blue, era disponibile solo nel sistema hi-end Power 595. Alcuni interpretano questa mossa come il segnale che, a breve, IBM lancerà sul mercato un più potente modello di Power6: in passato il produttore aveva già mostrato un prototipo a 6 GHz.
Il server midrange più venduto da IBM, il Power 570, è ora in grado di offrire una maggiore efficienza energetica e maggiori opzioni di consolidamento con nuove schede processore che raddoppiano il numero di core per singolo nodo. Partendo da 4 core, il sistema può essere aggiornato a un’unica immagine di sistema a 32 core; inoltre, con la nuova funzionalità di hot-node add , che permette di aggiungere risorse ad un sistema “a caldo”, le aziende possono installare più moduli server senza dover arrestare il sistema.
Il server Power 560 Express, che si colloca tra i modelli 550 e 570, è disponibile in configurazioni da 4, 8 e 16 core ed è stato ideato per aiutare le aziende a consolidare carichi di lavoro multipli in ambiente Unix, i, o x86 con un ingombro inferiore.
Con i suoi aggiornati sistemi mid-range, IBM si rivolge soprattutto alle aziende medio-grandi che utilizzano le tecnologie di virtualizzazione e desiderano consolidare il proprio parco di server.
IBM ha anche aggiornato la suite di software Power Systems per AIX, i e Linux. Questa comprende ora una versione beta di PowerVM Active Memory Sharing, un nuovo software di virtualizzazione che migliora l’utilizzo della memoria condividendola tra partizioni, e una nuova versione di Active Energy Manager, un’estensione a IBM Systems Director per il controllo energetico avanzato: questo tool è in grado di incrementare le performance per watt rallentando la velocità di clock del processore o mettendo i processori in modalità “nap”, che ne minimizza i consumi quando non utilizzati. Questa nuova versione consente inoltre agli utenti di impostare un limite al consumo di energia per un solo server Power6 o per un pool di server. Le funzionalità di monitoraggio sono gratuite, ma quelle per la riduzione dei consumi costano 275 dollari a server.
Nel corso del secondo trimestre dell’anno IBM ha riguadagnato la posizione di testa nel mercato dei server Unix, crescendo di 5 punti percentuali e portandosi a quota 35,7% (fatturato). La numero due è Sun, distaccata di 4,6 punti, mentre la numero tre è HP, indietro di quasi 10 punti.