IBM rilancia Linux desktop, virtuale

IBM rilancia Linux desktop, virtuale

E' una soluzione basata su Ubuntu e sulla piattaforma Lotus per la collaborazione. La promessa, per le aziende, è quella di abbattere i costi di licenza e manutenzione tipici di Windows
E' una soluzione basata su Ubuntu e sulla piattaforma Lotus per la collaborazione. La promessa, per le aziende, è quella di abbattere i costi di licenza e manutenzione tipici di Windows

Quella che un tempo fu la sfida tra Windows e IBM OS/2, di cui tutti conoscono l’ esito , sembra oggi riproporsi in chiave moderna: da una parte ancora Microsoft , con un sistema operativo che del suo antenato a 16 bit conserva ormai solo il nome, e dall’altra parte ancora IBM , questa volta armata di Linux e delle tecnologie di virtualizzazione.

Nell’ennesimo tentativo di erodere quote di mercato a Windows nel settore dei desktop aziendali, IBM ha lanciato una nuova soluzione Linux-based che promette di abbattere i costi di possesso del software. Chiamata Virtual Linux Desktop , tale soluzione combina la famosa distribuzione Ubuntu di Canonical e le tecnologie di virtualizzazione e controllo remoto del desktop di Virtual Bridges con la suite di applicazioni e servizi enterprise di IBM, quali la suite per l’ufficio Symphony (basata su OpenOffice) e la piattaforma per la collaborazione e la messaggistica Lotus Sametime/Notes.

Virtual Linux Desktop gira su un server di back-office ed è accessibile agli utenti per mezzo di semplici thin client, privi di disco e con risorse hardware molto modeste. Gli utenti possono accedere al proprio desktop e ai propri dati da qualsiasi postazione remota, sia essa Linux, Windows o Mac, mentre gli amministratori aziendali possono eseguire la manutenzione del software (come l’aggiornamento) in modo centralizzato e automatizzato.

L’approccio utilizzato da IBM, che permette alle aziende di risparmiare sui costi di licenza e manutenzione del software, non è certo nuovo, e viene già proposto da tempo da aziende come Cytrix o da realtà più piccole come l’italiana Terminal Solutions e, più di recente, dalla francese Ulteo . IBM gode però di risorse di marketing che potrebbero fare la differenza, nonché di una piattaforma per la collaborazione capace di competere in modo diretto con quella di Microsoft.

Non sorprende che Big Blue abbia scelto, per il lato client, una tra le distribuzioni Linux più apprezzate sul mercato, Ubuntu, e per il lato server la matura e robusta tecnologia Virtual Enterprise Remote Desktop Environment (VERDE) di Virtual Bridge.

IBM spera di attrarre l’interesse delle aziende offrendo loro funzionalità simili a quelle offerte da Windows, Office e dalle applicazioni Microsoft per la collaborazione, ma ad una frazione del costo. A seconda delle funzionalità e dei servizi inclusi, il prezzo di Virtual Linux Desktop varia dai 59 ai 289 dollari per utente. IBM stima che, rispetto ad una equiparabile soluzione Windows-based, il proprio software possa consentire alle aziende di risparmiare sui costi di licenza sino a 800 dollari per utente. Ancor più marcati, secondo il big di Armonk, i risparmi relativi alla manutenzione (90%), all’amministrazione e alla sicurezza (75%), ai servizi di help desk (50%) e alle installazioni software (50%).

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Pubblicato il
5 dic 2008
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