IBM ancora una volta in una settimana si rivela pungente con le dichiarazioni sulle ultime tecnologie: dopo avere rimosso annunci di lavoro a causa delle IA, il CEO Arvind Krishna ha detto ai dipendenti che il lavoro da remoto può essere pericoloso per la loro carriera e che, dunque, dovrebbero considerare l’abbandono dello smart working a favore del ritorno stabile in ufficio.
Niente lavoro da remoto in IBM?
Krishna è stato chiaro: lavorare eccessivamente da remoto può comportare una “scarsa progressione di carriera”, se non addirittura nessuna. Per alcuni ruoli non si tratta di un problema ma, per la maggior parte di essi, se si desidera raggiungere un livello superiore all’interno di IBM – e non solo – bisogna prendere in considerazione l’idea di lavorare per la maggior parte del tempo in ufficio.
IBM ha usato verbi come “incoraggia”, “si aspetta” o “vuole”, evidenziando proprio la necessità di vedere i lavoratori in ufficio per almeno tre giorni alla settimana.
A rilasciare commenti simili è stato il CEO di Amazon Andy Jassy, mentre altre società ne parlano in maniera più contrastante, evidenziando i vantaggi dello smart working ma, al contempo, applicando politiche che invitano i dipendenti a tornare in ufficio per almeno tre giorni ogni settimana. A essere interessati saranno soprattutto coloro che già coprono ruoli manageriali, legati alla gestione delle varie divisioni dell’azienda, ergo a una maggiore quantità di attività in ufficio.
Sarà interessante osservare la visione di altre aziende in merito al remote working, ovvero come cambierà il mercato a seconda delle preferenze dei vari colossi della tecnologia.